10 stranieri per club in NL «Nazionale indebolita, tifosi scontenti e poco spazio per i giovani svizzeri»

22.12.2020

Patrick Fischer, allenatore della nazionale svizzera di hockey
Patrick Fischer, allenatore della nazionale svizzera di hockey
KEYSTONE

I club svizzeri di hockey su ghiaccio si battono per la sopravvivenza. I costi devono essere ridotti. Lars Weibel e Patrick Fischer lanciano l'allarme, noi di bluesport chiediamo la vostra opinione.

Per il direttore lega svizzera di hockey su ghiaccio Denis Vaucher, l'hockey svizzero è entrato nella più grande crisi di sempre. I club ricevono contributi a fondo perso dal governo federale volti a superare la stagione in corso. Ma questo non risolve i problemi a medio e lungo termine. Si cercano quindi soluzioni per tenere sotto controllo i costi di gestione dei club professionistici.

Cosa ne pensate dell'aumento degli stranieri in National League?
Cosa ne pensate di trasformare la National League e la Swiss League in leghe chiuse?

L'opinione di Samuelsson

Intervistato da blue Sport su questo tema, già ad aprile così si era espresso l'ex giocatore e oggi opinionista Morgan Samuelsson.

«Sarebbe una catastrofe per l'hockey svizzero. Non risolverebbe nulla, anzi creerebbe ulteriori problemi. Forse per un paio di anni si riuscirebbe a contenere i costi ma poi tutto diventerebbe più caro. Tutte le squadre cercherebbero di accaparrarsi otto stranieri di prim'ordine e a livello economico tutto esploderebbe verso l'alto.

Più di tutto sarebbe però un gigantesco passo indietro per la formazione dei giocatori elvetici. Per loro ci sarebbe molto meno spazio sul ghiaccio e ciò si tradurrebbe in un impoverimento dell'hockey svizzero. Aumentando il contingente di stranieri a otto ci sarebbero di conseguenza due complete squadre di svizzeri che vengono a mancare, perché gli stranieri ruberebbero il loro posto.

Ciò farebbe scattare un effetto domino che in quattro-sei anni porterebbe ad una diminuzione di giocatori elvetici in NHL e il peggioramento dei risultati della nazionale. Semplicemente l'hockey svizzero diventerebbe molto meno forte».

Aumento del contingente di stranieri

La Lega Nazionale, che si è staccata dalla Federazione e ha costituito una società a responsabilità limitata, sta ora discutendo varie misure, una delle quali è quella di aumentare il numero di stranieri da quattro a dieci.

La speranza è che, allargando il mercato dei giocatori, i salari diminuiscano. Per il direttore della Nazionale Lars Weibel e per l'allenatore della Nazionale Patrick Fischer, questo modo di vedere le cose non porterà a sorbire gli effetti sperati, anzi.

«Gli stipendi troppo alti sono un problema da lungo tempo»

«Gli stipendi troppo alti sono un problema da lungo tempo», ha detto Patrick Fischer in un'intervista all'agenzia di stampa Keystone-SDA.

«Già quand'ero io ero un giocatore si diceva che i salari erano troppo alti», ha continuato il selezionatore della Nazionale. «Quando ho iniziato, un giocatore della Nazionale guadagnava da 200.000 a 250.000 franchi all'anno. Ora siamo a 800.000 franchi. Non è colpa dei giocatori, non sono loro a stipulare i contratti».

Lars Weibel - ex portiere e oggi direttore della Nazionale - ha aggiunto: «Io, noi, non crediamo che la spirale salariale si abbassi a causa di questa misura. Nel peggiore dei casi, potrebbe anche accadere il contrario».

«Potrebbe generarsi un campionato a due livelli».

Secondo Weibel c'è il rischio che i top club potrebbero prendere i migliori disponibili sul mercato, e non quelli a basso costo.  «Potrebbe generarsi un campionato a due livelli».

Per quel che riguarda invece i giovani giocatori nostrani, un aumento di stranieri significherebbe una maggiore difficoltà per gli stessi di trovare un posto in un club di National League, «immaginiamo trovare spazio, giocare momenti decisivi dell'incontro», è intervenuto Fischer.

«Sotto Ralph Krueger (allenatore della nazionale dal 1998 al 2010, ndr) c'erano sempre più o meno gli stessi giocatori, mentre oggi la competizione è incredibilmente feroce».

Competizione interna che ha avuto un impatto sui risultati della selezione rossocrociata che ha conquistato la medaglia d'argento ai Campionati del Mondo nel 2013 e nel 2018.

«Una pessima idea vedere canadesi, svedesi, finlandesi, slovacchi e solo pochi svizzeri giocare una partita di National League».

Per Fischer, sarebbe dunque «una pessima idea vedere canadesi, svedesi, finlandesi, slovacchi e solo pochi svizzeri giocare una partita di National League». La questione è anche se gli spettatori apprezzerebbero così tanti stranieri.

Cosa dovrebbe succedere se, nonostante tutte le grida di allarme, si dovesse decidere per l'aumento degli stranieri?

«Allora sarebbe chiaramente necessario un numero minimo di giovani giocatori da utilizzare, almeno quattro al di sotto di una certa età, per esempio 22 anni», dice Fischer. Weibel, nel frattempo, non ha un piano B attuale: «Ci sono x esempi negativi di questo problema che dovrebbero davvero aprirci gli occhi. Ecco perché sono preoccupato per l'hockey su ghiaccio svizzero. In nessun caso si deve arrivare a questo punto, perché ci farebbe fare molta strada. Dovremmo procedere con urgenza a un adeguamento al ribasso dei nostri obiettivi. Per me i fatti sono chiari. Siamo tutti responsabili dell'hockey su ghiaccio svizzero. Il nostro prodotto funziona e non possiamo metterlo a rischio in nessuna circostanza».

L'opinione dei Lions

I ZSC Lions si sono espressi pubblicamente in merito alla riforma prevista.

L'obiettivo di queste misure è quello di abbassare i salari, di fornire più mercato, in modo da non essere più alla mercé degli agenti, ha confermato l'amministratore delegato degli zurighesi Peter Zahner.

«Ma crediamo che ci sia il pericolo che questi obiettivi non vengano raggiunti adottando questo modo, perché i club finiranno comunque per avere la sensazione che il quinto, il sesto o il settimo straniero debbano essere anche dei giocatori di punta».

Anche per l'Ambrì l'aumento di stranieri sarebbe negativo 

«Il prodotto hockey svizzero è buono - ha confermato alcuni giorni fa Paolo Duca ai microfoni della RSI - e buono è anche lo spirito nei settori giovanili. Se le prime squadre sono il motore di tutto il movimento e ne permettono il finanziamento, il cuore di questo sport sono i ragazzi e la formazione».

Il direttore sportivo si trova in linea di pensiero con Fischer e Weibel: «Bisogna quindi tenere in considerazione il fatto che aumentare troppo il numero degli stranieri avrebbe un'influenza negativa a livello di Nazionale, ma anche di motivazione per tutti quei giovani che iniziano a giocare con il sogno di arrivare un giorno in una prima squadra come può essere la nostra».

L'appello dei tifosi 

In una dichiarazione congiunta diretta alla lega svizzera di hockey, 18 gruppi di tifosi organizzati di club delle tre massime leghe si sono opposti alle riforme previste.

In particolare, i tifosi descrivono il percorso intrapreso dalla Lega Nazionale come "alienante", motivo per cui avanzano richieste su tre punti:

1. Aumento della quota di stranieri (NL): Nessun adeguamento della quota straniera; introduzione di un tetto salariale.

2. Promozione e retrocessione: La promozione deve essere possibile solo attraverso il successo sportivo e non per meriti finanziari. Il sistema deve rimanere permeabile tra la NL e MySports League. 

3. Considerazione delle esigenze dei tifosi: Istituzione di una rappresentanza dei tifosi alle riunioni della lega.

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