I conti del dot. Büsser Tante le commozioni cerebrali nell'hockey svizzero

bfi

8.12.2017

Patrick Bärtschi a terra 
Patrick Bärtschi a terra 
Keystone

Più di cento commozioni cerebrali nelle ultime stagioni hockeystiche in Svizzera.

Nel 2015 uscì il film Concassion. Hollywood fece così conoscere al grande pubblico, le conseguenze delle tante, tantissime commozioni cerebrali che ogni anno accadono sui campi di football negli Stati Uniti.

Oggi, Gery Büsser, medico degli ZSC Lions e capo di un gruppo di lavoro voluto dalla Lega Svizzera di Hockey su ghiaccio, ha rivelato al Tages Anzeiger i risultati della ricerca: nelle ultime stagioni sono stati registrati più di 100 casi di commozioni cerebrali nelle due maggiori leghe svizzere di hockey, 61 di queste in NL.

“Siamo arrivati ad un numero di 104 casi - racconta Büsser - 61 di questi nella massima lega. Una media di cinque incidenti per squadra”.

Nei primi due mesi di gioco (settembre e novembre) nelle due leghe, così come nei mesi di gennaio e febbraio si sono registrati i picchi maggiori. Il periodo mediano di convalescenza è di 20.7 giorni.

“Di regola, il periodo minimo di convalescenza dopo una commozione cerebrale è di sette giorni - racconta ancora Büsser -. Dopo tre settimane il 70% dei giocatori è ritornato in campo, dopo tre mesi arriviamo al 90%. Per quel che riguarda il rimanente 10% ci vuole più tempo, come ci sono giocatori che non giocheranno mai più”.

“Balaustre più flessibili che possono attutire meglio i colpi, così come caschi speciali servono a poco - tuona il medico zurighese -; non possono evitare l’accelerazione subita dal cervello, ma aiutano in caso di fratture”.

Materiali più leggeri, giocatori più muscolosi e scontri ad altissime velocità che rendono sì il gioco dell’hockey più affascinante e veloce, ma che causano anche troppi incidenti di questo tipo … di cui la commozione è a volte solo il sintomo primo di severe patologie che possono insorgere nel tempo.

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