Uno dei più grandi nella storia del ciclismo, il 38enne Mark Cavendish, è stato capace di eguagliare il record di Eddy Merckx al Tour de France. Ora, un nuovo toccante documentario racconta la discesa agli inferi del ciclista britannico più forte di sempre.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Ad agosto uscirà un documentario sulle battaglie per la salute del ciclista britannico Mark Cavendish.
- Il 38enne, caduto sulle strade del Tour de France, è ancora in convalescenza.
- «Mark Cavendish: Never Enough» racconta della lotta del ciclista britannico contro il morbo di Epstein-Barr, la depressione e lo spietato mondo del ciclismo professionistico.
Mark Cavendish ha rivelato in un nuovo documentario la disperazione che ha dovuto affrontare prima del suo ritorno al Tour de France nel 2021. In «Mark Cavendish: Never Enough», in uscita su Netflix in agosto, il britannico e la moglie raccontano della sua battaglia contro il virus di Epstein-Barr, a depressione clinica, nonché della sua rottura con l'ex capo squadra Doug Ryder.
Tour 2021: come il «Cannibale» Eddy Merckx
Il 38enne ha vinto quattro tappe del Tour nel 2021, eguagliando il record di 34 vittorie del leggendario Eddy Merckx alla Grande Boucle. Un primato arrivato dopo tanta sofferenza, diverse stagioni rovinate da malattie e infortuni.
Il morbo di Epstein-Barr
Nel documentario raccontato da Alex Kiehl si parla molto di quell'aprile 2017, quando al ciclista britannico è stato diagnosticato il morbo di Epstein-Barr - che può causare stanchezza cronica.
Quell'estate, nonostante tutto, Cavendish partecipò al Tour de France. Ma il virus non era scomparso e le sue difficoltà si erano intensificate, mettendo a dura prova l'atleta, l'uomo e tutti coloro che gli stavano intorno.
«Non si passa dall'essere il migliore del mondo a non essere nemmeno capace di stare in sella», dice Cavendish nel film. «Si è trasformato in stress, anche a casa. Ero un incubo con cui vivere».
Sua moglie Peta dice che Cavendish «non era veramente lui in quel momento», mettendo sotto pressione il loro matrimonio. «Discutevamo per niente. Era così perso in tutto quello che stava succedendo». Più avanti nel film, Peta aggiunge: «Non conoscevo questa versione di lui, ma dormivo nello stesso letto...».
La tensione non si è limitata alla vita privata di Cavendish. Il Team Dimension Data lo ha ingaggiato nel 2016 e nella sua prima stagione ha ottenuto quattro vittorie di tappa al Tour.
La rottura con il direttore sportivo
Ma quando è iniziata la sua malattia, la cose sono cambiate. I nodi sono venuti al pettine durante il Tour del 2018.
Il direttore sportivo Doug Ryder aveva definito la Dimension Data «una nave che affonda» e aveva convocato una riunione di squadra. «Doug ha esordito dicendo: 'Gli sponsor mi stanno dando il tormento. Non è abbastanza', dice il corridore nel documentario.
«Io gli dico: "Doug, sei tu che hai firmato i contratti. Non dare la colpa a noi. Stiamo facendo del nostro meglio". A lui non è piaciuto che lo dicessi, e se n'è andato infuriato».
La forte depressione e i suoi rischi
Dopo il Tour, Cavendish si è recato dal suo ex medico di squadra Helge Riepenhof. Gli esami hanno rilevato che l'Epstein-Barr era ancora presente e Cavendish non avrebbe dovuto gareggiare.
Gli è stata anche diagnosticata una depressione clinica ed è stato quasi ricoverato in ospedale. «Non ero sicuro che sarebbe uscito dalla depressione senza smettere di andare in bicicletta», racconta Riepenhof. «Non sapevo se consigliargli di smettere di pedalare e di abbandonare tutte le pressioni per iniziare una vita diversa».
La Dimension Data ha quindi coinvolto lo psicologo David Spindler, che ricorda: «Penso che c'era un alto rischio di farsi del male o addirittura di suicidarsi. Io e Mark abbiamo fatto un patto. Gli ho detto: "Prima di farti del male, chiamami"».
Il sogno che svanisce
Dopo una stagione interrotta dalla pandemia a Cavendish è stata offerta un'ancora di salvezza dal suo vecchio capo Patrick Lefevere, e l'estate del 2021 è stata straordinaria.
Cavendish sperava in una 35esima vittoria di tappa - così da superare Merckx, la leggenda - ma la frattura alla clavicola nell'ottava tappa ha mandato all'aria il sogno, un giorno dopo averlo sfiorato a Bordeaux.