Thomas difende Froome«Mi fido di lui. Non ha ingannato»
bfi
20.12.2017
Geraint Thomas (Team Sky) ha pubblicamente difeso il suo team leader Chris Froome dalle accuse di doping.
Mentre il futuro di Froome rimane incerto, Thomas ha dichiarato ai microfoni di Cycling News che se in occasione del prossimo Tour de France Froome non dovesse esserci, il team gli ha promesso il ruolo di capitano e uomo leader di Team Sky.
Nel campione di urina di Chris Froome raccolto 7 settembre 2017, in occasione della 18esima tappa della Vuelta, è stato trovato il doppio del quantitativo massimo legale di salbutamolo permesso. Il risultato di questo test ha messo Froome nella situazione non solo di lottare per mantenere il titolo colto alla Vuelta, ma pure per la reputazione della sua intera carriera. Se il ciclista britannico dovesse essere giudicato colpevole di uso di sostanze dopanti potrebbe incorrere in una squalifica di due anni.
Dal ritiro di Maiorca, Thomas ha deciso di parlare in difesa del suo compagno: “Premetto che ho fiducia in Chris - attacca il ciclista gallese - e non credo farebbe qualcosa di tanto sporco. Non conosco bene i fatti ma vedo che data la sua popolarità non stanno andandoci leggeri nei suoi confronti. Io lo supporto al 100%. Sono triste per lui, per la sua reputazione, per tutta la squadra. Non avrebbe mai ingannato il suo team.”
Froome dovrà ora difendersi dall’accusa, anche se si sa che prima di essere stato testato dichiarò di aver fatto uso di salbutamolo. Stando a quanto riferito dal Team Sky, il ciclista britannico alzò la dose del suo medicinale contro l’asma sotto consiglio del suo staff medico. Froome ha fatto uso dell’inalatore anche dopo l’arrivo della 18esima tappa, per calmare la tosse mentre veniva intervistato.
Ci sono comunque ancora un certo numero di domande a cui rispondere. Una è sicuramente questa: Team Sky, nel 2012, in seguito all’affare Armstrong, decise di adottare tolleranza zero nei confronti di chi fosse trovato colpevole di uso di doping. Se Froome venisse davvero squalificato per due anni, come si comporterebbe il suo team? Per Thomas la questione è relativamente chiara.
" Se il team lo difende e lo supporta ora non vedo perchè non lo dovrebbe fare anche nel caso che venisse squalificato. Ma io sono un ciclista e devo obbedire alle decisioni che prenderanno i boss del mio team”.
Thomas ha avuto occasione di incontrare Froome a Maiorca. I due risiedevano nello stesso albergo quando sono arrivati i risultati del test. Tutti i membri del team hanno ricevuto un messaggio dai manager prima che la notizia è iniziata a circolare. Quella mattina , prima di colazione, il gallese ha incontrato il suo capitano che aveva in viso tutto il dispiacere per i risultati del test.
" Abbiamo parlato velocemente. Lo visto tranquillo, più che in passato, quando in occasione del Tour c’era chi lo accusava senza remore. Ora tocca a lui, anche se gli ho detto che ha il mio appoggio. Ho comunque visto che la cosa lo ha toccato … e come non potrebbe”.