Il sapore dell'oro olimpico Odermatt: «Ha funzionato, non volevo finire quarto»

bfi

13.2.2022

Marco Odermatt: il gusto dolce dell'oro olimpico
Marco Odermatt: il gusto dolce dell'oro olimpico
KEYSTONE

Il ragazzo di Buochs è oggi, a tutti gli effetti, la nuova grande star dello sci elvetico maschile. L'oro olimpico lo consegna alla storia, mentre la delegazione svizzera incassa la terza medaglia d'oro a Pechino. 

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Marco Odermatt, l'uomo dal sorriso da ragazzino, è riuscito nell'impresa di cingersi dell'oro olimpico nello Slalom Gigante.

All'arrivo Marco ha dovuto guardare due volte il tabellone per rendersi conto di avercela davvero fatta. Poi l'urlo, prima di altri sorrisi, liberatorio, dopo i macigni di pressione che si è portato addosso in questi giorni.

Benissimo la prima

Primo dopo la prima manche, lo svizzero aveva solo 4 centesimi di vantaggio sull'austriaco Stefan Brennsteiner, mentre il campione del mondo Mathieu Faivre, il norvegese Henrik Kristoffersen e il connazionale francese di Faivre, Thibaut Favorit, erano tutti lì a meno di due decimi dallo svizzero.

Con la seconda manche spostata di un'ora, con la neve che continuava a scendere copiosa, Odermatt ha deciso di cambiare completamente l'assetto del materiale in vista della seconda prova. La strategia del nidvaldese ha funzionato perfettamente.

Per alcuni, come nel caso dell'austriaco Feller, la gara non si doveva fare: «Anche all'arrivo c'era la neve, questo è pericoloso, è un'impertinenza. Anche sul percorso non si vede niente». Per la cronaca Feller è uscito dopo le prime porte nel corso della seconda manche. 

Ma la gara si è disputata, nonostante tutto. Difficile, in un programma tanto serrato, riprogrammare, se non davvero necessario.

Sagace e splendida la seconda

E così la seconda manche si è svolta in condizioni ancora più difficili. Sotto pressione per l'ottima prova dello sloveno Kranjec - che finirà secondo - l'austriaco Brennsteiner è uscito, mentre il 24enne di Buochs non ha ceduto alla pressione, finendo con 19 centesimi di vantaggio sullo sloveno, autore della seconda manche più veloce.

I due hanno fatto il vuoto, pensando che il campione del mondo di slalom gigante Mathieu Faivre, si è classificato terzo a 1 secondo e 30 centesimi dall'elvetico.

Terzo oro svizzero a Pechino 

Quello conquistato da Odermatt è il terzo oro per la Svizzera a questi Giochi dunque, dopo le medaglie di Beat Feuz (discesa) e Lara Gut-Behrami (Super G). 

«Se non rischi finisci quarto»

Dominatore in stagione nel Gigante, grande favorito, Odermatt aveva mancato il grande appuntamento l'anno scorso, quando ai campionati del mondo di Cortina era rimasto senza medaglie.

«Incredibile che abbia funzionato. Ho rischiato di nuovo tutto nella seconda manche, avrei potuto cadere di nuovo come nel superG, ma se non rischi, finisci quarto, e non volevo questo. Incredibile che abbia funzionato», ha detto Odermatt in una prima dichiarazione a SRF.

«Negli ultimi giorni dentro di me ho iniziato a sentire lo spirito olimpico. Per me però le gare classiche restano inimitabili», ha poi spiegato. «Penso ad esempio ai 20'000 tifosi che mi festeggiavano ad Adelboden: quel giorno ho vissuto qualcosa di ancor più speciale», ha concluso il nidvaldese ai microfoni della RSI. 

Il quinto oro olimpico per la Svizzera in Gigante, «logico vincitore»

«Sono orgoglioso di poter seguire le orme di Carlo Janka». Odermatt è il quinto campione olimpico svizzero nello slalom gigante. L'ultimo vincitore in questa disciplina è stato Carlo Janka a Vancouver nel 2010. Prima di loro ci sono stati Roger Staub (1960 a Squaw Valley), Heini Hemmi (1976 a Innsbruck) e Max Julen (1984 a Sarajevo).

Proprio Carlo Janka, che si è ritirato il mese scorso a Wengen, intervistato subito dopo la gara di Odermatt dalla SRF, si è congratulato con il suo «fresco successore» sottolineando che «Odermatt ha portato a casa la gara con aplomb, non c'è niente da criticare. È il logico vincitore».

Gli auguri del presidente della Confederazione