Ben 25 anni dopo, il mistero attorno alla squalifica di Marco Pantani avvenuta prima della penultima tappa del Giro d'Italia - che stava cannibalizzando - torna a far discutere: la procura di Trento ha riaperto le indagini e c'è il sospetto della «manipolazione» a opera della Camorra. In ballo c'erano miliardi di euro e l'esistenza stessa dell'organizzazione mafiosa.
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- Le indagini sui fatti che portarono alla squalifica di Marco Pantani dal Giro d'Italia del 1999, dove era in testa con quasi 6 minuti di vantaggio, sono ancora in corso, con sospetti di un complotto orchestrato dalla Camorra per alterare le sue analisi del sangue.
- La Procura di Trento ha riaperto il caso, avviando nuove indagini in seguito ai risultati della Commissione Antimafia del 2022, e ha recentemente interrogato Renato Vallanzasca, che confermò che la squalifica di Pantani era nota in anticipo alla popolazione carceraria campana.
A distanza di 25 anni, sono ancora in corso le indagini sui fatti che portarono alla squalifica di Marco Pantani da un Giro d'Italia praticamente vinto.
Il «Pirata», a due tappe dal termine, era saldamente in testa alla classifica con quasi 6 minuti di vantaggio. La mattina del 5 giugno i controlli antidoping risultarono positivi. Vincerà Ivan Gotti. Ma a un quarto di secolo di distanza da quei giorni, i sospetti dell'intervento della Camorra non si placano.
La Procura di Trento, guidata da Sandro Raimondi, ha riaperto le indagini su un ipotetico complotto per alterare le analisi del sangue del ciclista italiano a Madonna di Campiglio per escluderlo dal Giro d'Italia, che stava dominando.
Dietro c'era la rete di scommettitori legati alla camorra: il campione doveva essere eliminato dalla corsa perché era il favorito, anche nelle scommesse.
La nuova indagine è stata avviata un anno fa in seguito ai risultati del lavoro concluso nel 2022 dalla Commissione Antimafia. Secondo questi risultati, erano necessari ulteriori approfondimenti sulle «anomalie» legate a quell'episodio, che non è stato ancora del tutto risolto.
Venerdì mattina, si è appreso, il procuratore Foiera si è recato nel carcere di Bollate, in provincia di Milano, per ascoltare come persona informata sui fatti Renato Vallanzasca, che, essendo in cattive condizioni di salute, non era in grado di rispondere alle domande.
«Già parecchio tempo prima rispetto al giugno 1999, era noto alla popolazione carceraria di origine campana che Pantani sarebbe stato escluso dal Giro, poiché tale manifestazione era condizionata dall'intervento di un clan camorristico», avrebbe confermato lo stesso Vallanzasca prima dell'aggravarsi delle condizioni di salute, come riportato da il «Messaggero».
«Se Pantani vinceva il Giro il banco saltava. E la Camorra, l'alleanza di Secondigliano, avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine e rischiava la bancarotta», questo quanto riferito da un collaboratore di giustizia ai carabinieri, e riportato nei verbali della Commissione antimafia visionati da «LaPresse».
«Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista».
Un giallo che non ha ancora visto la parola fine. Un dramma umano rimasto scolpito nei cuori della gente. Un periodo epico del ciclismo, macchiato da dubbi, inganni e intrighi.