Il presidente Andrea Gaudenzi bacchetta il numero 1, reo di non aver rispettato le ferree regole sulla distanza sociale durante il suo Adria Tour.
Non si è fatta attendere la presa di posizione di Andrea Gaudenzi, il 46enne italiano che presiede l'associazione dei tennisti professionisti (ATP), dopo l'annuncio di positività di Novak Djokovic al test del covid-19.
Ideatore e mattatore dell'Adria Tour, il tennista serbo non si è attenuto alle regole sulla distanza sociale.
Durante i match-esibizione del programma, che si è svolto a cavallo tra Serbia e Croazia, i giocatori si sono abbracciati in campo, hanno giocato a calcio, a basket e hanno dato vita feste notturne nella città di Belgrado.
I social media hanno diffuso immagini dei giocatori che ballavano, vicini, mentre nessuno si atteneva alle regole del distanziamento.
Giocatori provenienti da diversi paesi hanno rilasciato interviste di gruppo stando molto vicini gli uni agli altri.
Il presidente Gaudenzi ha espresso le sue preoccupazioni in quanto ad agosto dovrebbero riprendere i tornei dei circuiti ATP e WTA, oltre bacchettare il numero 1 del tennis mondiale maschile.
«È un po' come quando dici ai tuoi figli, che cercano di imparare ad andare in bicicletta, che devono indossare il casco. E loro dicono 'no, no e no'. Poi vanno in bici, cadono e mettono il casco».
«L'ex numero 18 al mondo, oggi presidente dell'ATP, ha aggiunto: «Ora sappiamo tutti che il virus può essere contratto molto facilmente, quindi staremo ancora più attenti».
Da imprenditore e ex giocatore lui stesso, Gaudenzi esprime empatia nei confronti dei giocatori per come stanno andando.
«Dispiace per i giocatori, vogliamo che si riprendano il prima possibile. Sappiamo che ci sono state molte critiche, ma dobbiamo stare tutti attenti ed essere consapevoli che, anche con misure estreme, potrebbero esserci delle positività. Corriamo tutti il rischio».