Novak Djokovic ha perso sì la finale degli US Open e il sogno di agguantare il Gran Slam, ma mai sconfitta è stata più dolce.
«Il mio cuore è pieno di gioia». Ha detto Novak Djokovic dopo aver perso la finale di New York, annichilito da Daniil Medvedev, un boia perfetto.
Nonostante il sogno del Gran Slam è svanito nel giro di tre soli set, il numero 1 è sembrato genuinamente commosso più che dispiaciuto.
«Anche se non ho vinto, sono l'uomo più felice del mondo. Ho provato qualcosa che non avevo mai provato prima a New York. Grazie, vi amo ragazzi».
Già, perché Robo-Novak si è scoperto umano, quando nell'ultimo scambio di parte, prima di perdere la finale contro lo spilungone e simpatico russo, è stato sopraffatto dalle emozioni.
«Non mi aspettavo questo amore e questa energia. Lo ricorderò sempre. Ecco perché sono scoppiato in lacrime. Gli spettatori mi hanno toccato il cuore».
Così è successo che il tanto vicino e agognato Gran Slam gli è sfuggito di mano, all'ultima partita, ma per una volta Novak Djokovic ha sentito cosa significa essere il beniamino della folla. Lui, che in carriera ha già provato tante volte il gusto dolce della vittoria accompagnato dall'amarezza di chi sa di non risiedere nei cuori dei tifosi.
Questa volta, Robo-Novak è stato letteralmente spazzato via dal gioco preciso e cannibale del suo avversario, battuto dalle sue stesse armi.
Questa volta, Novak Djokovic è tornato uomo, e in quanto tale ha saputo vivere l'esperienza dell'affetto, materia umana e non riservata ai robot.
Questa volta a New York, il re di cuori è lui.