45 anni dopo Björn, un altro Borg vince una sfida ATP all'Open di Stoccolma, in Svezia. Si tratta del figlio Leo. Una storia da raccontare, la loro, anche perché papà non voleva che il ragazzo giocasse a tennis.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Leo Borg ha vinto la seconda partita di un torneo ATP della sua giovane carriera: a Stoccolma ha battuto al primo turno l'austriaco Sebastian Ofner.
- Così, 45 anni dopo, un altro Borg ha trionfato in una sfida dell'Open svedese.
- Era il 1980 quando Björn Borg, in finale nella capitale svedese, batté il suo grande rivale John McEnroe.
- La leggenda della racchetta ha raccontato che il figlio gli disse: «Papà, tu non capisci niente di tennis».
- L'oggi 69enne non voleva che Leo praticasse la stessa disciplina, voleva evitargli i confronti. «Gli verrà sempre ricordato me, e questo è un po' un peso per lui».
- Al secondo turno dell'Open di Svezia Leo Borg se la dovrà vedere con il canadese Denis Shapovalov.
45 anni dopo, Leo Borg ha seguito le orme di suo padre Björn, vincendo con stile un match al BNP Paribas Nordic Open, lunedì sera a Stoccolma.
Gareggiando come wild card all'ATP 250, il 22enne ha battuto facilmente Sebastian Ofner per 6-3, 6-4, aggiudicandosi la sua seconda vittoria nell'ATP Tour (l'altra risale al 2023 a Bastad).
Il numero 633 della classifica ATP si è così guadagnato un posto al secondo turno, dove affronterà il temibile Denis Shapovalov, numero 24 al mondo.
Certo, dobbiamo dirlo, e non ce ne voglia il figlio, Björn, era di un'altra classe. In quell'edizione il papà si aggiudicò il titolo, battendo in finale il suo grande rivale John McEnroe.
«È davvero speciale. La mia prima vittoria a Stoccolma è davvero speciale», ha dichiarato il «piccolo» Borg ai microfoni dell'«ATP Tour». «Ho davvero migliorato il mio gioco, quindi sono molto contento della mia prestazione. Ho il livello, ma la costanza non è mai stata il mio punto forte».
Ha poi aggiunto: «Ho lavorato molto su me stesso e oggi ho davvero fatto un passo avanti, dimostrando a me stesso e agli appassionati di tennis che questo è il mio posto».
Björn, leggenda del tennis
La costanza. Uno dei punti forti del leggendario padre.
Basta ricordare che durante la sua breve, ma brillante carriera, Bjorn Borg si è affermato come una leggenda di questo sport, vincendo 11 titoli del Grande Slam e raggiungendo il primo posto nella classifica mondiale.
Vinse il primo Grande Slam a diciotto anni, l'ultimo a 25, poi smise (per tornare brevemente nel 1993, ma quello fu solo un peccato di gioventù).
«Papà, tu non capisci niente di tennis»
«Nostro figlio gioca bene a tennis e viaggia molto», ha dichiarato un po' di tempo fa il 69enne all'«Express». «Gli ho detto: "Hai qualche domanda? Puoi sempre venire da me e chiedermi qualsiasi cosa". E mio figlio mi ha risposto: "Tu non capisci niente di tennis"».
«Va bene, grazie mille. Ma puoi venire da me quando vuoi». Papà intanto lo segue, e lo finanzia.
Lo svedese di ghiaccio non si sarebbe mai aspettato che suo figlio avesse iniziato a giocare a tennis, dato che Leo era attratto da altri sport.
«Non ha mai guardato una partita con me. Ha iniziato a praticare sport, calcio, hockey su ghiaccio, qualsiasi cosa».
«Ho sperato che facesse il calciatore»
«Ogni padre dovrebbe ricordare che un giorno suo figlio seguirà il suo esempio, non i suoi consigli», aveva detto Charles F. Kettering (l'inventore del motore di avviamento elettrico, della e benzina con piombo, del refrigerante Freon per i sistemi di refrigerazione...).
Ma sembra che quando in televisione passavano il documentario su uno dei grandi inventori del ventesimo secolo, il giovane Björn era probabilmente fuori a sparare palline sul muro di casa.
Al figlio Leo ha cercato di consigliare di evitare il tennis, per gli impietosi confronti che sapeva ne sarebbero nati. Invece, il ragazzino, dopo aver dato pedate ai palloni e preso alcuni check sulle balaustre, ha pensato di seguire l'esempio paterno. Semplice, lineare.
«Ho sperato che facesse il calciatore e persino il giocatore di baseball», raccontò una volta al «New York Times». «Volevo evitare i confronti con Bjorn. E invece…».
«Gli verrà sempre ricordato me, e questo è un po' un peso per lui. Quindi non gli metto pressione e cerco di assicurarmi che la vita che conduce non gli causi alcuna pressione. Questo è il nostro compito. Questo è il nostro modo di aiutarlo. Quindi l'unica persona che può mettergli pressione è lui stesso».
La pressione a Stoccolma era sicuramente tanta, ma il giovane Leo ha deciso di affrontarla, con determinazione. Una gioia, la sua, dopo lo scambio di mani con Ofner, quasi a esorcizzare quel fantasma che lo seguiva da anni.
C'è un altro Borg in giro con la racchetta in mano. La sua storia è ancora da scrivere.
Una curiosità
Nel 1983, poco dopo il ritiro di Borg, fu un altro svedese a vincere il titolo a Stoccolma: Mats Wilander.
Il diciannovenne sconfisse nell'ordine Joakim Nyström, Anders Per Järryd, lo svizzero Heinz Peter Günthardt, Vitas Gerulaitis e Tomáš Šmíd.
Il record del vincitore più giovane dell'Open svedese è ancora il suo.