Il campione in carica risponde rilassato alle domande rivoltegli al margine dell'imminente Australian Open: delle sue ambizioni, della 'caccia' al centesimo titolo e anche di quando munse una mucca con Roy Emerson.
Roger Federer, lei è qui a Melbourne per la ventesima volta. Non si è mai annoiato?
No, mai. Amo le highlights che vengono mostrate, la musica e i momenti di grande intensità emotiva. A dirla tutta, se calcolo gli anni da junior, in totale sono più di venti.
Ha avuto un'ottima preparazione grazie all'eccellente prestazione alla Hopman Cup. Come sarà questo anno dal punto di vista sportivo?
Mi sento molto bene, molto ben preparato. Fin dall'arrivo a Perth ho avuto delle ottime sensazioni. Poi ho giocato bene sia in singolo che nel doppio con Belinda Bencic.
Lei ha già vinto 6 volte l'Australian Open. Se vincesse anche la settima sarebbe il recordman, in solitario.
Questo non è il motivo principale per il quale sono qui. Dopo aver saputo chi incontrerai al primo turno, ti concentri su questo, poi su ogni pallina che devi giocare e solo in seguito, pensi al settimo titolo. Certo, non posso nascondermi: voglio difendere il mio titolo. Non posso ancora credere di aver vinto qui nelle passate ultime due edizioni. Non mi voglio per questo mettere addosso troppa pressione.
Nella sua era tennistica, assieme a lei ci sono soprattutto Rafa Nadal e Novak Djokovic ad aver egemonizzato quest'ultima decade. Che influsso ha avuto il tennis di Novak Djokovic su di lei?
Spesso mi ha battuto e io ho battuto lui quando era quasi imbattibile. Ho sempre giocato volentieri contro di lui; siamo due giocatori che attaccano volentieri. Questo ha portato a tanti punti aggressivi, se così li posso definire. Nadal e Hewitt mi hanno anche messo diverse volte in difficoltà.
Il suo stile di gioco è cambiato molto negli ultimi anni.
Certo, e di questo sono responsabili anche Novak e Rafael. Ci sono stati diversi aspetti. Il mio infortunio per esempio, che mi ha obbligato a rinnovarmi.
Al momento lei si trova a quota 99 titoli vinti in carriera. Il centesimo è un tema importante?
Guardi, 99 è un numero pazzesco, con il quale potrei ritenermi un uomo molto fortunato. Non voglio guardare troppo in là, ma certo, accetterei di buon grado se qui dovessi difendere il titolo e parallelamente toccare quota 100.
Dipende dai suoi più grandi rivali se lei è ancora qui ed è sempre ancora alla caccia di un altro titolo?
Ad essere sincero non sono loro il motivo di tutto questo. Mi faccio altre domande: Cosa dice mia moglie? Come stanno i miei figli? Come reagisce il mio corpo? Il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare il più a lungo possibile. Amo questo sport e sento sempre ancora una grande passione per esso. Non smetto di ricordarmi che il mio sogno era quello di giocare a tennis, di diventare un giocatore di tennis. Guardo alla longevità sportiva di Agassi, Rosewall o Emerson, mi servono da ispirazione. Sono sorpreso di poter ancora giocare, e forse, bisogna dire che abbiamo avuto una vita più facile delle precedenti generazioni. Ci alimentiamo in maniera più corretta, abbiamo i massaggiatori, i viaggi sono meno logoranti e il team che sta attorno a noi è sempre più allargato.
Lei, Roy Emerson e Novak Djokovic avete vinto qui sei titoli a testa. È in ottima compagnia.
Che ci creda o no Roy Emerson mi ha insegnato a mungere una mucca. Dopo la mia prima vittoria a Wimbledon, nel 2003, sono andato a Gstaad dove c'era pure Roy. Lì vinsi un mucca e Emerson mi insegnò a mungerla. Incredibile, non crede? Seriamente: è un onore essere in compagnia di questi due tennisti. Io e Novak continuiamo, vedremo cosa succederà.