Il britannico Chris Kermode, presidente dell'Associazione del tennis professionistico (ATP), dovrà lasciare la sua carica. Novak Djokovic non lo vuole più, mentre Roger Federer chiede maggiore chiarezza e trasparenza.
La guerra che da tempo si consuma nei sotterranei e nelle camere del potere del tennis professionistico maschile ha designato la sua prima vittima. Già a gennaio, in occasione degli Australian Open, Novak Djokovic - presidente del consiglio dei tennisti - aveva fatto capire di volersi sbarazzare di Chris Kermode.
A Indian Wells, venerdì scorso, il consiglio dei giocatori - del quale Novak Djokovic ne è il presidente - ha dato l'annuncio: Kermode non continuerà il suo mandato a capo dell'Associazione.
Roger Federer e Rafael Nadal, non sono stati interpellati a proposito. Per ammissione dello stesso Djokovic, le opinioni dei due giocatori più vincenti nella storia del tennis non è stata richiesta.
«Se loro (Federer e Nadal n.d.r.) desiderano qualcosa, non devono fare altro che venire da me», ha commentato l'attuale numero 1 del tennis mondiale.
Se Novak Djokovic e Vasek Pospisil volevano sbarazzarsi di Kermode, altri membri del consiglio, tra i quali Stan Wawrinka e Rafael Nadal erano di parere opposto, adducendo al fatto che il crescente successo del tennis maschile a livello planetario e in parte merito di Kermode.
In pubblico Roger Federer è rimasto fuori dai dibattiti, distanziandosi da qualsiasi domanda inerente Kermode. Nonostante ciò alcuni giornali asseriscono che il tennista di Basilea sarebbe stato dalla parte di Nadal - e di Kermode - ed avrebbe scelto deliberatamente di disertare la riunione che ha deciso il destino dell'attuale presidente dell'ATP.
Dopo essersi sbarazzato del tedesco Gojowczyk (6-1/7-5), il Maestro, che a gennaio aveva espresso un parere favorevole su Kermode in linea con quello di Nadal, ha detto ora di essere preoccupato in quanto coloro che hanno in mano le redini del tennis non hanno un'idea chiara di dove andare e altrettanto vaga è la pianificazione sul come arrivarci.
«Ad essere onesto non sono sicuro quale sia il piano per il futuro del tennis - ha detto lo stesso Federer ai giornalisti di 'The Tennis Channel' Leif Shoras e Jon Wertheim - e questo fatto mi preoccupa».
«Credo che vi siano in circolazione dei tennisti incredibili, assistiamo a partite fantastiche, le nuove leve si stanno facendo largo, gli stadi sono pieni e i premi sono saliti. Sembra tutto eccezionale. Da questo punto di vista tutto fila via liscio. Se invece parliamo di politica, allora mi dico 'Oh mio Dio, cosa sta succedendo qui?».
Dopo la vittoria di ieri, i sentimenti e il senso di responsabilità di Federer nei confronti dello sport che ama sembra abbiano preso il sopravvento sul suo precedente atteggiamento defilato.
«Vorrei sentire il polso di chi è coinvolto e vorrei capire un po' dove stiamo andando, perchè dovremmo decidere chi sarà il nuovo CEO dell'ATP, e questa decisione ha molto a che fare con le dinamiche politiche all'interno dell'associazione e del consiglio».
L'ambasciatore mondiale del tennis sembra aver deciso di voler dire la sua, di far sentire il suo peso e di accogliere la 'proposta' di Novak Djokovic.
«Vorrei prendere un ruolo attivo in tutto questo, nel limite delle mie possibilità s'intende. Vorrei essere anch'io parte di questo processo decisionale, perchè come dite bene voi, il tennis mi sta a cuore».
«Vorrei sentire le opinioni e le voci del consiglio, quelle di altri giocatori, e di chi lavora per il nostro sport», conclude il Maestro... anche nell'arte della diplomazia.