Sono limitati i numeri degli abusi riscontrati nell'ambito dell'ottenimento di indennità per lavoro ridotto durante il periodo della pandemia: lo afferma la Segreteria di Stato dell'economia (Seco).
Keystone-SDA, hm, ats
07.10.2022, 15:40
07.10.2022, 16:55
SDA
Dall'inizio della crisi del coronavirus la Seco ha ricevuto 2130 segnalazioni da parte di allertatori civici o autorità su violazioni delle norme per accedere alla disoccupazione parziale, ha indicato oggi in una conferenza telefonica Oliver Schärli, responsabile del mercato del lavoro e dell'assicurazione contro la disoccupazione presso la Seco.
Ciascun dossier viene valutato e, se necessario, viene poi esaminato in dettaglio.
La Seco intende verificare da vicino più della metà dei casi segnalati. Finora sono state controllate poco meno di 500 aziende: «tra queste abbiamo riscontrato solo 45 abusi», ha affermato Schärli. Il tasso si aggira intorno al 9%, il che è a suo avviso positivo: all'indomani della crisi finanziaria l'analoga quota era del 10%.
Combattere i raggiri nel lavoro ridotto è importante e utile, ha proseguito il funzionario. Attraverso lo strumento in questione infatti la Confederazione nel 2020 e nel 2021 ha distribuito circa 16 miliardi di franchi all'economia: è quindi importante che venga rispettata la legge.
Chiesti 50 milioni di rimborso
Finora la Seco ha chiesto il rimborso di quasi 50 milioni di franchi. Di questi, poco più di 15 milioni sono rientrati. «In totale, però, abbiamo recuperato più di 100 milioni», ha aggiunto Schärli. Molte aziende hanno infatti restituito volontariamente i soldi ricevuti ingiustificatamente, anche per non essere sanzionate.
Tuttavia la lotta agli abusi costa anche denaro. Un anno fa la Seco ha aumentato le proprie risorse umane, triplicando le capacità in questo settore. La Commissione di vigilanza del fondo dell'assicurazione contro la disoccupazione ha messo a disposizione altri 25 milioni di franchi per questo scopo.
Oggi il lavoro ridotto è quasi scomparso: in luglio (ultimi dati disponibili) ha interessato circa 350 aziende e 2000 persone. A titolo di confronto, nell'aprile 2020 più di 1 milione di persone in oltre 131'000 imprese avevano fatto ricordo alla disoccupazione parziale, sulla scia dei confinamenti anti-Covid.