Media e giustizia Giornalista della «Weltwoche» condannato per diffamazione

ATS

18.6.2019 - 18:29

Il giornalista della «Weltwoche» Philipp Gut è stato condannato per diffamazione.
Il giornalista della «Weltwoche» Philipp Gut è stato condannato per diffamazione.
Source: KEYSTONE/WALTER BIERI

Il giornalista della «Weltwoche» Philipp Gut ha diffamato un'ex gran consigliera del canton Zugo in un articolo in cui sosteneva che la donna si sarebbe inventata l'accusa di atti sessuali con persone inette a resistere rivolte a un altro deputato.

Il Tribunale cantonale di Zurigo ha confermato la sentenza della prima istanza, condannando il giornalista a una pena pecuniaria sospesa con la condizionale, per un periodo di prova di due anni, pari a 60 aliquote giornaliere da 130 franchi l'una.

Gut dovrà inoltre versare alla donna 2500 franchi quali riparazione morale e un indennizzo per le spese di giustizia. La sentenza non è ancora definitiva.

L'articolo rimane nella banca dati

Contrariamente a quanto stabilito dalla prima istanza, l'articolo del giornalista non dovrà invece essere tolto sia dalla banca dati del settimanale che dal database dei media svizzeri SMD.

L'articolo incriminato è stato pubblicato nel settembre del 2015 dal settimanale vicino all'UDC e si riferisce allo «scandalo a sfondo sessuale» che nel dicembre del 2014 aveva interessato l'ex deputata dei Verdi Jolanda Spiess-Hegglin e il gran consigliere UDC Markus Hürlimann (UDC).

In aula il giornalista ha ribadito la sua posizione sostenendo di aver scritto il proprio testo sulla base degli atti dell'inchiesta e delle testimonianze raccolte.

Lo scandalo

Al centro dello scandalo ci fu un rapporto intimo che l'ex gran consigliera ebbe con l'ex presidente dell'UDC cantonale Markus Hürlimann. I fatti avvennero la notte fra il 20 e il 21 dicembre 2014 in un albergo di Zugo, al termine dei festeggiamenti per la nomina del nuovo presidente del governo cantonale.

In relazione alla medesima vicenda, l'ex deputata ha ottenuto ragione lo scorso mese di maggio in un procedimento civile contro l'editore Ringier. In prima istanza, il tribunale cantonale ha stabilito che il «Blick» ha violato il diritti della personalità dell'ex gran consigliera. Le due parti hanno annunciato un ricorso.

Tornare alla home page

ATS