Omicron Asili: mancano i bimbi qui, i maestri lì. I genitori? Innervositi ovunque

Di Philipp Dahm

28.1.2022

Bambini in un asilo di Zurigo.
Bambini in un asilo di Zurigo.
KEYSTONE

La pandemia non colpisce tutti allo stesso modo quando si tratta della cura dei più piccoli: in alcuni asili non si presenta quasi nessun bambino, in altri manca personale e gli orari sono quindi ridotti. 

P. Dahm

La pandemia colpisce certamente tutti, ma le mamme e i papà hanno un bagaglio un po' più pesante da portarsi dietro. Quando gli asili nido, gli asili o le scuole avevano dovuto chiudere, molte famiglie svizzere erano state messe a dura prova.

Ora siamo arrivati alla variante Omicron, che pone delle sfide ai genitori dei piccini: da una parte, chi ha meno di cinque anni non può essere vaccinato, dall'altra, per i più piccoli la nuova mutazione del Covid è più pericolosa rispetto a quelle precedenti. 

Immagine da un asilo di Zurigo: l'igiene è più importante che mai.
Immagine da un asilo di Zurigo: l'igiene è più importante che mai.
KEYSTONE

E così Omicron mette il mondo sotto sopra per chi deve prendersi cura dei giovanissimi, come si può vedere a Zurigo: se la maestra di un asilo nido non ha quasi nessun bambino da accudire, un'altra struttura deve limitare fortemente i suoi servizi a causa della mancanza di personale.

Nel primo caso sono i pupilli a non presentarsi: «da inizio settimana, abbiamo avuto improvvisamente meno bambini», dice a blue News una maestra* che lavora in un asilo della città sulla Limmat. Invece dei soliti 24, ora deve badare solo a cinque di loro.

«Nessuno sa esattamente come procedere»

Il motivo? «Dopo che due o tre bambini sono risultati positivi, si sono presentati solo quelli che avevano già avuto il Covid o che erano vaccinati». La scuola dell'infanzia era tenuta a informare i genitori delle infezioni, così, di conseguenza, molte famiglie hanno tenuto i loro piccoli a casa per testarli. 

Alcuni genitori sono più cauti di altri. «Oggi c'erano solo otto bambini». Allo stesso tempo, maestre e maestri possono capire la reazione. «C'è molta incertezza. Se fosse mio figlio lo lascerei anche io a casa e lo farei testare» prosegue la docente. È normale che nessuno voglia esporre i propri figli a dei pericoli.

L'incertezza è riscontrabile non solo tra i genitori ma anche tra gli stessi educatori. «Credo che nessuno sappia esattamente come procedere», dice la maestra, che vuole rimanere anonima.

Direttive e conseguenze

«Prima ci hanno detto che se ci fossero stati cinque bambini positivi l'intera struttura avrebbe dovuto essere chiusa per cinque giorni. Poi l'isolamento è stato ridotto a cinque giorni - e ora ci dicono di nuovo che l'isolamento deve durare dieci giorni».

In un altro asilo nido di Zurigo educatori e genitori, a causa del Covid, sono alle prese con un problema completamente diverso: ci sono abbastanza bambini ma tra il personale ci sono tre positivi, costringendo la struttura a prendere provvedimenti. «Devono stare tutti a casa», ha scritto la direzione, riferendosi ai contagiati. «La Direzione della Salute del Cantone di Zurigo ha emesso un ordine di isolamento».

Considerati i vari positivi tra il personale, il servizio di Contact tracing zurighese ha chiesto alla direzione se fosse fattibile continuare a restare aperti. La risposta è stata positiva, ma solo con ore di apertura ridotte. La misura è stata comunicata ai genitori la settimana precedente: invece che dalle 7.30, l'asilo nido apre alle 8 e chiude un'ora prima delle usuali 18.30.

L'orario ridotto per alcuni è visto con «vero terrore»

Le restrizioni sembrano relativamente poche, ma per i lavoratori senza orari flessibili è molto dura. «I genitori di una delle bambine dell'asilo nido lavorano entrambi nel settore sanitario: la riduzione degli orari della scuola dell'infanzia è percepita da loro con vero terrore», dice una madre* a blue News.

E anche la settimana successiva l'orario ridotto rimarrà, anche se i membri del personale in isolamento potrebbero riprendere a lavorare. Ma: «la settimana scorsa abbiamo avuto un altro collega che è rimasto a casa e ha dovuto aspettare i risultati del tampone. La situazione attuale e la sua evoluzione non sono facili da valutare».

E così la pandemia sta portando scompiglio, anche nella cura dei bambini piccoli. E se molti adulti sperano che questo virus possa diventare presto endemico, a certi genitori il pensiero fa venire il mal di testa.

«I bambini sotto i cinque anni non possono ancora essere vaccinati: anche a causa del timore del Long Covid, il pensiero di tollerare in silenzio che i propri figli rischino di essere infettati per molti genitori è difficile da sopportare.»

*Nomi noti alla redazione