«Sesso, droga e rock’n’roll» Una crociera dedicata ai fan dell’heavy metal

Di Gil Bieler

13.1.2020

Sono chiassosi, capelloni e reggono l’alcool: gli appassionati di heavy metal sembrano più dei pirati che dei croceristi. Tuttavia, in occasione del Festival musicale «70'000 Tons of Metal», si imbarcano lo stesso su una nave di lusso. E chi l’ha inventato? Uno svizzero.

Le contraddizioni non potrebbero essere più grandi. Da un lato il mondo delle navi da crociera: sfarzo, ambiente dignitoso, abiti d’alta moda. Dall’altro: festival musicali per i fan del metal. Rumore, grida, vestiti a brandelli e birra in lattina.

Andy Piller è comunque riuscito a unire questi due universi profondamente diversi tra loro: è infatti il fondatore di «70'000 Tons of Metal», un festival musicale che si svolge ogni anno su una nave da crociera. A bordo dell’imponente «Independence of the Seas» si esibiscono band come Atheist, Terrorizer e Grave Digger.

Ma com’è arrivato a questa strana combinazione? Beh, davanti a una birra naturalmente, come racconta lo stesso Piller ad un incontro alla stazione centrale di Zurigo.

Ecco come ha preso forma questa idea bizzarra 

«Dal balcone del mio vecchio appartamento a Vancouver ho guardato dritto verso il molo», spiega il giramondo con passaporto svizzero e tedesco. Durante una tiepida serata estiva con amici «e dopo una birra decisamente di troppo» avrebbe annunciato: «Dovremmo noleggiare un piroscafo simile e organizzare un festival del metal a bordo.» Tutti risposero che la cosa non sarebbe mai e poi mai potuta andare bene, «ci sarebbero morti e feriti»! Ma questo pensiero non l’ha mai abbandonato.

La sua tenacia ha dato frutti. A gennaio, il festival galleggiante salperà già per la decima volta. Il viaggio inizia a Fort Lauderdale, in Florida, verso una destinazione sempre diversa nei Caraibi e poi si ritorna al punto di partenza.

«Nazioni Unite dell’heavy metal»

La meta del 2020 è Cozumel, in Messico. Sono attesi a bordo più di 3'000 appassionati di musica e 60 band provenienti da tutto il mondo. Lo scorso anno c’erano passeggeri provenienti da 73 nazioni. Per questo motivo, Piller parla, tronfio di orgoglio, di «Nazioni Unite dell’heavy metal».

La crociera fa regolarmente il tutto esaurito, mentre nel corso degli anni alcuni concorrenti hanno dovuto ammainare le vele. Agli esordi, Piller si aspettava che la sua idea andasse così bene? Sorseggia il suo caffè. «Diciamo così: non si investono anni della propria vita in qualcosa senza esserne convinti.» E a volte «le idee più bislacche finiscono per rivelarsi le migliori».

Non una nave qualsiasi

Naturalmente ci è voluta molta persuasione ed è stato necessario bussare a tante porte per trasformare il suo progetto in realtà. Piller ha elaborato un business plan beneficiando, secondo il suo resoconto, del fatto di aver già lavorato come tour manager per 15 anni. Conosceva quindi il settore musicale ma non capiva nulla di crociere. Ha dovuto familiarizzare con l’argomento e trovare una società di navigazione che volesse noleggiare una nave.

Panoramica del «70'000 Tons of Metal 2019».

Non doveva essere un piroscafo qualunque. Piller aveva le idee chiare: d’obbligo un grande palco all’aperto a bordo piscina. E nella sala del teatro che si trova nella maggior parte delle navi di lusso voleva smontare le sedie. «Perché un concerto metal con le sedie non è possibile.»

Persone malvagie? Più che altro assetate

Oltre agli aspetti commerciali c’era la sfida di abbattere i pregiudizi nei confronti dei fan del metal: «Soprattutto negli Stati Uniti d’America siamo ancora afflitti da uno stigma», dice Piller. Molti li vedono solo come «persone tatuate e malvagie» e «bombaroli dai capelli lunghi».

Grazie a documentazione e resoconti sui festival musicali è finalmente riuscito a convincere i responsabili della società di navigazione di quanto fosse pacifica la comunità metal. «E alla fine vogliono anche fare affari.»

Dopo tre anni e mezzo di lavoro preliminare, a gennaio 2011 ha avuto luogo la prima del festival, ancora su scala ridotta, con 2'000 fan e circa 40 band.

Ma l’equipaggio della nave da crociera aveva sottovalutato la sete della nuova clientela: «Ancor prima di lasciare il porto, il primo tipo di birra era terminato», ricorda divertito Piller. «Durante gli incontri con i responsabili della crociera avevo sottolineato: non servono champagne o vino, ma solo molta birra!» Giunti a Cozumel «tutta una serie di camion Corona» ha effettuato il rifornimento di cui c’era urgente bisogno.

Death Metal al Flumserhof

Piller conosce bene i suoi polli: fin da giovane era un metallaro. Ha organizzato il suo primo concerto da ragazzo nella sua città natale, Flums, nel Canton San Gallo: Death Metal all’hotel Flumserhof! «È stato davvero fantastico vedere tutte quelle figure dai capelli lunghi comparire improvvisamente in paese», afferma Piller.

Dopo il primo tentativo, il giovane studente si è appassionato alla cosa e sono seguiti altri concerti in tutto il paese, da Basilea a Berna, fino al Canton Vallese. «Andavo a scuola per riposarmi.» Non è stato un caso che abbia dovuto cambiare scuola più volte «non del tutto volontariamente».

Oggi «70'000 Tons of Metal» è diventato un lavoro a tempo pieno. Circa una dozzina di dipendenti sono impegnati tutto l’anno con l’organizzazione dell’evento e l’equipaggio della nave da crociera è colpito positivamente dagli appassionati di musica metal: «Non si lamentano mai», sente spesso dire Piller. Una volta un capitano ha sintetizzato dicendo: «Il popolo metal ha un aspetto intimidatorio ma ha un cuore molto tenero.»

E che dire di sesso, droga e rock’n’roll?

Si nota che lo skipper è abituato a parlare in difesa del suo ambiente. Alla domanda relativa a scandali o eccessi delle band che si esibiscono, Piller si chiude nel silenzio. Solo questo: ogni volta chiede ai musicisti: «Avete mai visto Miami Vice?». Fort Lauderdale è un sobborgo di Miami e a causa dei controlli doganali è sconsigliato portare con sé della droga. «Ma chiaramente, quando attracchiamo in Giamaica, a volte si sente un odore sospetto», racconta Piller maliziosamente.

Dopo tutti questi anni, l’avventura di 70'000 Tons of Metal è diventata una mera routine? «Molte cose sì, ovviamente», dice Piller. Tuttavia, essendo una persona sempre insoddisfatta, vuole migliorare costantemente sotto tutti gli aspetti. Quindi sta già escogitando nuove idee per le prossime edizioni.

Si preoccupa anche di far fronte alle critiche, divenute sempre più insistenti negli ultimi anni, al forte impatto ambientale delle navi da crociera. Si prevede, ad esempio, che in futuro i partecipanti al festival potranno compensare le emissioni di CO2 direttamente al momento della prenotazione. Che non si dica che abiti neri e coscienza verde sono incompatibili.

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