Unil ed EPFL Le api producono nutrimenti per la flora intestinale. Ecco perché la scoperta è importante

ns, ats

16.1.2024 - 13:43

La scoperta dei ricercatori vodesi potrebbe permettere di spiegare la vulnerabilità delle api ai cambiamenti climatici, ai pesticidi o a nuovi agenti patogeni.
La scoperta dei ricercatori vodesi potrebbe permettere di spiegare la vulnerabilità delle api ai cambiamenti climatici, ai pesticidi o a nuovi agenti patogeni.
Keystone

Le api producono sostanze nutritive per la loro flora intestinale. Secondo uno studio condotto a Losanna, gli insetti generano il cibo necessario a un certo tipo di batteri intestinali se questo manca nella loro dieta.

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Questo meccanismo appena scoperto potrebbe avere un ruolo nella vulnerabilità delle api ai cambiamenti climatici, ai pesticidi o a nuovi agenti patogeni, scrivono l'università di Losanna (Unil) e il Politecnico federale di Losanna (EPFL) in un comunicato pubblicato ieri.

Per lo studio pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, i ricercatori hanno allevato le api senza batteri intestinali e le hanno alimentate esclusivamente con acqua zuccherata.

Esaminando la flora intestinale degli imenotteri, gli studiosi delle alte scuole vodesi hanno scoperto, contro ogni aspettativa, il batterio Snodgrassella alvi, che non è in grado di metabolizzare lo zucchero per crescere.

Il fatto che colonizzasse l'intestino degli insetti anche quando lo zucchero era l'unico alimento e non erano presenti altri batteri ha inizialmente lasciato perplessi i ricercatori. I batteri intestinali infatti si nutrono di sostanze presenti negli alimenti degli imenotteri o degli scarti di altri microorganismi.

Prodotti diversi acidi

Studiando le sostanze nell'intestino delle api, gli scienziati hanno scoperto che gli imenotteri producono diversi acidi, tra cui l'acido citrico e l'acido malico, che vengono liberati nell'intestino.

Grazie a molecole di zucchero (glucosio) costituite di un isotopo di carbonio particolare, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che i batteri intestinali erano effettivamente nutriti con questi acidi. L'isotopo particolare, attraverso il metabolismo delle api, dallo zucchero finisce negli acidi nell'intestino e poi all'interno delle cellule batteriche.

Secondo i ricercatori, la vulnerabilità delle api potrebbe essere legata a questo complesso sistema del microbioma intestinale. «La loro vulnerabilità potrebbe derivare da un'interruzione di questa meticolosa sinergia metabolica tra l'ape e il suo microbiota intestinale. Sappiamo già che l'esposizione all'erbicida glifosato rende le api più sensibili agli agenti patogeni e riduce l'abbondanza di Snodgrassella alvi nell'intestino. Ora, forti di queste nuove scoperte, siamo alla ricerca di risposte a queste pressanti domande», afferma, citato nella nota Andrew Quinn, uno degli autori principali dello studio.

Studiosi interessati al microbiota intestinale

Il microbiota intestinale è oggetto di studio privilegiato dei ricercatori vodesi. Un aspetto ancora poco indagato della simbiosi tra batteri e organismo ospitante sono i benefici, in termini di nutrimenti, per la flora intestinale.

Le api offrono un supporto di studio interessante, dato che il loro microbiota è più semplice di quello umano.