Il presidente Emmanuel «Macron è un problema per la Francia. Con lui, la Francia sta attraversando un periodo molto, molto rischioso. Spero che se ne liberi il più presto possibile».
A una settimana dal Consiglio europeo che dovrà decidere su eventuali sanzioni alla Turchia, il capo dello Stato di Ankara Recep Tayyip Erdogan torna ad attaccare frontalmente il suo obiettivo privilegiato.
Parole durissime cui il presidente francese replica a stretto giro: «Non rispondo ad hominem. Credo nel rispetto. Penso che le nostre società siano sempre più violente anche perché i leader usano forme di violenza. L'invettiva non è un buon metodo».
Dopo aver messo in dubbio nelle scorse settimane la sua «salute mentale» e averlo accusato di islamofobia per la difesa delle vignette su Maometto di Charlie Hebdo, Erdogan riaccende la miccia dello scontro con Macron proprio mentre sembrava voler aprire un varco alla diplomazia.
Nuove tensioni tra Ankara e Parigi
Al vertice dell'Unione Europea la Turchia arriva infatti dopo aver richiamato in porto la nave da ricerca sismica Oruc Reis dalla zona più contesa del Mediterraneo orientale con la Grecia, al largo dell'isola di Kastellorizo. Ma quello che la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva definito un «buon segnale» rischia di restare sepolto sotto i nuovi attacchi al leader dell'Eliseo.
Finché ci sarà lui, ha detto Erdogan, «non riusciranno a liberarsi dei gilet gialli», che potrebbero anche «trasformarsi in gilet rossi».
Le nuove tensioni tra Ankara e Parigi si concentrano sulla crisi del Nagorno-Karabakh. «La Francia ha perso la possibilità di mediare. Il presidente azero Ilham Aliev ha dato un consiglio: se ama tanto gli armeni, dia loro Marsiglia. Io dico lo stesso», ha affermato Erdogan, che in contemporanea con il summit dell'Ue sarà a Baku per la parata della vittoria dell'Azerbaigian.
Da Bruxelles nuovi avvertimenti
Da Bruxelles arrivano intanto nuovi avvertimenti. «Penso che il gioco del gatto col topo debba finire. Sono naturalmente a favore del dialogo», ma «siamo pronti a usare ogni mezzo a nostra disposizione», ha spiegato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
Una altolà arriva anche dalla Germania, secondo cui Erdogan ha «bisogno di capire che c'è una linea che non possiamo lasciar superare». E per la Turchia non c'è solo il rischio di misure europee. La nuova legge sul budget alla difesa del Congresso degli Stati Uniti prevede sanzioni anche contro Ankara per l'acquisto dei missili russi S-400.
Una stretta che Erdogan potrebbe aggirare ancora una volta grazie al veto già minacciato dal presidente statunitense in carica Donald Trump, ma che dopo il passaggio di consegne a Joe Biden rischia di diventare inevitabile.
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