Elezioni USA 2020: tutti contro Biden nel secondo dibattito tv tra democratici

ATS

1.8.2019 - 09:59

Tutti contro Joe Biden: si può sintetizzare così il secondo dibattito tv di mercoledì sera tra dieci candidati democratici alla Casa Bianca. Il duello principale è con la senatrice Kamala Harris, che però si scopre vulnerabile anche verso altri rivali.

Si sono messi in evidenza il senatore nero Cory Booker, l'ex ministro di Obama Julian Castro e l'outsider Andrew Yang. Luci e ombre invece per la senatrice Kirsten Gillibrand, mentre per il sindaco di New York Bill de Blasio è stato un fiasco.

Scintille sulla riforma sanitaria

«Vai piano con me, bambina», aveva sussurrato Biden stringendo la mano sul palco alla Harris, che lo aveva trafitto nel primo dibattito rimproverandogli di aver votato contro il servizio di bus per integrare i neri nelle scuole e di aver collaborato con senatori segregazionisti. Accuse che mercoledì sera ha rilanciato.

Ma le prime scintille tra i due sono state sulla riforma sanitaria. Biden, che punta ad un rafforzamento dell'Obamacare, ha criticato il piano «Medicare for All» della senatrice sostenendo che è troppo costoso, graverebbe sulla middle class ed escluderebbe le assicurazioni private.

«È semplicemente inesatto», ha replicato una combattiva Harris, che però non ha saputo spiegare con chiarezza il suo progetto e la fonte di finanziamento. Poi l'ex procuratrice è stata messa sul banco degli accusati dalla deputata delle Hawaii Tulsi Gabbard per aver messo in galera 1500 persone per marijuana e aver poi scherzato quando le è stato chiesto se la fumava.

Biden il bersaglio di tutti

Ma il bersaglio grosso per tutti era Biden, che si trovava in mezzo al podio tra la Harris e Booker. Entrambi lo hanno attaccato duramente come artefice di una riforma penale nel 1984 che avrebbe causato carcerazioni di massa. Ma Biden ha replicato criticando i precedenti di Booker quando era sindaco di Newark.

Poi è stato il turno del governatore progressista di Washington Jay Inslee, che ha contestato il suo piano su clima e ambiente come troppo prudente perché «la casa sta già bruciando». Bordate anche dalla Gillibrand per i suoi lontani commenti sulle donne che non dovrebbero lavorare, rincarate da quelle della Harris per aver votato in passato un emendamento che blocca i fondi federali per molti casi di aborto. Attacchi pure da Castro, favorevole come la maggior parte dei candidati alla depenalizzazione dell'attraversamento illegale della frontiera.

Uno scopo comune: sconfiggere Trump

Ma in questo secondo dibattito Biden è sembrato più equipaggiato e a volte ha tirato fuori i guantoni: «Ho il fegato di dire che attraversare il confine illegalmente è un reato, a meno che non si cerchi asilo», ha detto tra i fischi di alcuni attivisti, dissociandosi dalla prassi di separare i bambini ma smarcandosi da tutti su questo tema delicato, su cui Trump gioca parte della campagna elettorale.

L'unico vero denominatore comune tra i candidati è la volontà di sconfiggere un presidente ritenuto «razzista», «suprematista», «predatore». Ma se la Harris è per l'impeachment, gli altri cominciano a tirare il freno, evocando i tempi ormai troppo stretti e la certezza di una assoluzione in Senato.

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ATS