Verifiche Abusi da parte del funzionario del DSS: "qualcosa non ha funzionato"

SwissTXT / pab

30.1.2019

Immagine d'illustrazione.
Immagine d'illustrazione.
Keystone

Il Governo ticinese valuterà se ricercare eventuali responsabilità all'interno dell'amministrazione cantonale dopo la condanna di ieri, martedì, nei confronti dell'operatore sociale del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), ritenuto colpevole di coazione sessuale.

La decisione è stata presa durante la seduta odierna anche in seguito alle scuse, a nome dello Stato, espresse dal giudice Marco Villa nei confronti delle vittime.

"La speranza è che ciò abbia insegnato qualcosa"

Parole dal valore simbolico, forse più importanti del riconoscimento di quanto subito per le tre ragazze che hanno denunciato l’uomo, spiega il loro legale, l’avvocato Carlo Borradori. “È un messaggio fondamentale: per loro è stato un elemento molto importante del processo – aggiunge -. Qualcosa non ha funzionato ai tempi, in due occasioni, e questo è poco rassicurante, ma c’è da sperare che queste esperienze abbiano insegnato qualcosa a chi di dovere, e soprattutto abbiano insegnato come reagire a determinate richieste di aiuto”.

Il compito di capire cosa non ha funzionato

Il Consiglio di Stato vuole dunque capire cosa effettivamente non abbia funzionato 15 anni fa, quando le vittime si sono rivolte ai superiori del oramai ex funzionario per chiedere aiuto.

Per farlo ha dato incarico al capo della sezione delle risorse umane e al consulente giuridico del Governo di esaminare gli atti dell’inchiesta penale e le motivazioni scritte della sentenza "per procedere ad accertamenti in relazione all’eventuale gestione inadeguata del caso in seno all’amministrazione”, si legge in una nota.

Giusta la sospensione immediata

“La sentenza conferma l’adeguatezza della nostra decisione di sospendere immediatamente il rapporto di lavoro”, spiega inoltre ai nostri microfoni il capo del DSS, Paolo Beltraminelli.

Nel frattempo, in merito alla vicenda sono già state inoltrate due interrogazioni, una del deputato dell’MPS Matteo Pronzini e l’altra dei popolari-democratici Fiorenzo Dadò e Maurizio Agustoni.

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