Bellinzona Amianto alle Officine, la Suva indaga

SwissTXT / pab

20.9.2019

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

Le Ferrovie federali svizzere (FFS) e la Suva collaborano per monitorare lo stato di salute di chi è stato esposto all'amianto e per questo alcuni dipendenti delle Officine di Bellinzona sono stati invitati a sottoporsi ad una TAC.

Questo poiché, spiega lo stesso istituto nazionale contro gli infortuni in una lettera inviata recentemente a uno degli operai, il rischio di un cancro al polmone è molto elevato. «In base alle informazioni in nostro possesso riteniamo che nel suo caso si possa parlare di rischio elevato», si legge sul documento.

Il fattore scatenante è la passata esposizione all'amianto

Il rischio è appunto quello del cancro al polmone e il fattore scatenante è la passata esposizione all'amianto: il materiale rotabile costruito prima del 1990 poteva di fatto contenere questo minerale, e nel 2012 proprio alle Officine furono fermati per questo motivo i lavori di risanamento di 150 carrozze viaggiatori.

Allora si parlò di una quindicina di operai esposti, ma la lista fornita dalle FFS alla Suva riguarda una quarantina di collaboratori.

«Sì, collaboriamo con la Suva proprio per monitorare lo stato di salute di quei collaboratori che a suo tempo hanno lavorato su dei veicoli che contenevano amianto e che quindi potrebbero incorrere oggi in problemi di salute», spiega alla RSI per parte sua Patrick Walser, portavoce delle FFS. «Esiste quindi una lista che viene fornita alla Suva, che poi prende contatto con i collaboratori».

«Nessun decesso a causa dell’amianto»

Dal 2012 la Suva ha lanciato un programma di prevenzione invitando, in forma volontaria, gli operai potenzialmente esposti all'amianto e di età compresa tra i 55 e i 75 anni a eseguire una TAC.

Quanti sono coloro che - alle Officine - hanno deciso di sottoporsi all'esame? Queste la risposta fornito alla RSI in forma scritta la Suva: «Non suddividiamo lo screening per stabilimenti ma al contrario contattiamo le persone direttamente, senza coinvolgere il datore di lavoro. Anche per motivi di protezione dei dati non possiamo fornire alcuna informazione di dettaglio, perché le persone potrebbero essere riconoscibili».

La Suva non ha tuttavia risposto alla domanda su quanti siano gli operai delle Officine potenzialmente a rischio (limitandosi a dire che il rischio grave sussiste dopo 25 anni di esposizione al minerale), mentre alla domanda se ci siano state morti per cancro ai polmoni di dipendenti delle Officine riconducibili all’amianto ha risposto: «La nostra analisi mostra che le Officine FFS a Bellinzona non ha registrato casi di decesso a causa del cancro polmonare associato all'amianto».

Gianni Frizzo fra gli esposti all’amianto

Come detto, le FFS hanno confermato di aver inviato una lista di una quarantina di persone potenzialmente esposte all'amianto. Uno di loro è Gianni Frizzo, storico rappresentante dell'Associazione «Giù le mani dalle Officine», che tuttavia da quest'anno è stato escluso dall'esame.

«Alle Officine si è discusso molto; abbiamo anche messo l’accento sulla necessità di sottoporsi a questi controlli, non voglio ingigantire la cosa, ma dubito che non ci siano stati decessi a causa dell’amianto», spiega lui stesso sempre ai microfoni della RSI. E intanto, la Suva indaga.

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