Pandemia Covid-19: Bellinzona proroga le restrizioni. Piccola apertura sulle feste

pab

18.12.2020

Da sinistra a destra: Christian Vitta, Direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia, Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato e Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità.
Da sinistra a destra: Christian Vitta, Direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia, Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato e Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità.
Ti-Press / Archivio

La situazione epidemiologica è preoccupante. Il Consiglio federale ha quindi dato oggi un nuovo giro di vite: da martedì i ristoranti e le strutture per il tempo libero, lo sport e la cultura saranno chiusi per un mese. Il Governo ticinese ha introdotto nuove misure, soprattutto per i gironi di festa.

In apertura del momento informativo, seguito alla conferenza stampa del Governo federale, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi ha ricordato brevemente la situazione pandemica in Ticino, rilevando come per la prima volta dopo diverso tempo il dato odierno, se paragonato a quelli degli altri venerdì, è leggermente inferiore: «preludio forse al fatto che le misure prese due settimane qualche piccolo effetto lo abbiano avuto. Ma non basta. Dobbiamo andare più in là perché l'andamento ci preoccupa».

«Abbiamo discusso diversi scenari già mercoledì, ma abbiamo atteso oggi per le comunicazioni per aspettare le decisioni da Berna ed evitare inutile confusione. Condividiamo tutte le misure del Governo federale, anche se restano ancora alcuni punti da chiarire, soprattutto per quel che riguarda gli indennizzi».

Incontri tra persone: nuovo limite per i giorni di festa

«È giusto cogliere l’occasione di questo rallentamento della società per le festività, con la chiusura dei cantoni, delle scuole e di molte altre attività, per cercare di frenare ancora di più la diffusione della pandemia».

«Abbiamo già delle misure più restrittive rispetto a quelle imposte dalla Confederazione, con in particolare il limite di 5 persone per gli incontri privati. Ma abbiamo deciso di allinearci alle misure federali per i giorni di festa e cioè per il 24, 25 e 31 dicembre, così come per il primo di gennaio, aumentando il limite a 10 persone per quel che riguarda gli assembramenti privati», ha continuato Gobbi.

Eccezioni per i servizi religiosi durante le feste

«Per le celebrazioni religiose, ha detto ancora Gobbi, oggi sono ammesse fino a 30 persone, ma abbiamo deciso delle eccezioni per il 24 e 25 dicembre, dove saranno autorizzate fino a 50 persone laddove saranno garantiti gli adeguati piani di protezione».

Le domeniche, gli altri festivi e il 6 gennaio 2021 i negozi e le strutture accessibili al pubblico rimarranno chiusi come previsto dalle disposizioni federali. Per quello che riguarda la ristorazione Gobbi ha ricordato che i servizi d’asporto e consegna a domicilio sono ancora permessi fino alle 22.00.

Il presidente dell'Esecutivo cantonale ha ribadito l'importanza del rispetto delle norme igieniche e del distanziamento sociale. Le nuove regole, che prevedono anche la chiusura di bar e ristoranti, ha concluso Gobbi, saranno in vigore dal 22 dicembre al 22 gennaio.

Ore mattutine per la spesa per gli anziani

«L'attività all'aperto non è esente da rischi, ha ricordato Gobbi, lo abbiamo visto ancora lo scorso fine settimana con un incidente mortale a Bedretto e il ferimento grave di un sciescursionista. Questo per dire che tutte le attività, e non solo quelle negli impianti sciistici, che sono preparati a queste eventualità, devono essere svolte con prudenza per non andare a caricare ancora di più il settore ospedaliero, fortemente sotto pressione».

«Pensando alle persone che son nelle fasce più a rischio come gli anziani e le persone con patologie pregresse consigliamo di usare le prime ore del mattino, fino alle 10h00 per fare gli acquisti di beni alimentari di prima necessità e questo per evitare di entrare in contatto con un alto numero di persone».

«Vista la situazione nella vicina repubblica abbiamo chiesto all'autorità preposta la chiusura dei valichi secondari nel periodo delle festività, così da poter effettuare i controlli necessari sugli assi principali».

Cosa succede con le stazioni sciistiche?

Rispondendo a una domanda sull'apertura delle stazioni sciistiche Norman Gobbi ha affermato che il Cantone aveva chiesto una regolamentazione a livello federale, che però non è arrivata. «Con gli attori locali abbiamo discusso di favorire una clientela indigena e di ridurre la capacità di accoglienza».

«Proprio oggi ho avuto un contatto con il comprensorio di Airolo vista la chiusura nei cantoni di Lucerna e di Svitto, perche diminuiscano le capacità di accoglienza. Nel rilasciare le autorizzazioni verrà inoltre chiesto il potenziamento di personale sulle piste per richiamare gli utenti alla prudenza».

De Rosa: «Un terzo in più di pazienti rispetto a marzo»

La parola è quindi passata a Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS): «La tendenza alla crescita dei contagi è ormai consolidata, ha esordito. La pressione sul settore rimane quindi molto forte. Ricordo che il numero delle persone ricoverate ora nella seconda ondata è superiore di un terzo a quello della prima ondata».

Infatti in primavera ci sono state circa 930 ospedalizzazioni mentre ora, che la seconda ondata non è ancora finita, siamo già a 1'400 pazienti. Il dato dimostra che la situazione si sta protraendo nel tempo, fattore che spiega anche la stanchezza degli operatori del settore sanitario. 

«Visto il numero molto elevato dei contagi dobbiamo invertire la tendenza e iniziare a scendere al più presto. E dobbiamo cogliere il rallentamento della società, dato dalle feste, per farlo. Perché gli ospedali devono poter continuare a curare anche gli altri malati» ha continuato De Rosa.

«Soddisfatti delle misure di Berna»

«Siamo soddisfatti delle decisioni di Berna. Se non si fossero mossi avevamo pronte delle misure. In questa fase non si tratta di inventare nulla. Abbiamo l'esperienza della prima ondata ma abbiamo anche visto l'efficacia delle misure  adottate, in particolare, dai cantoni romandi nelle scorse settimane.»

«Si tratta ora di monitorare la situazione. Il Consiglio federale si è detto pronto a prendere misure supplementari qualora non vi fossero miglioramenti nella curva dei contagi».

«Sappiamo che stiamo chiedendo molto alla popolazione e lo stiamo facendo da molto tempo. Colgo quindi l'occasione per ringraziare tutti i cittadini per l'impegno» ha concluso il capo del DSS.

Vitta: «Per i casi di rigore aiuti fino a 75 milioni»

La parola è quindi passata a Christian Vitta che ha parlato degli aspetti economici sugli aiuti e sui casi di rigore.

«La situazione economica è pure molto difficile. In molti stanno vivendo un momento delicato caratterizzato da insicurezza, incertezza e paura. Come Governo affianchiamo a quelle federali delle misure cantonali che possano servire a dare un po' di sollievo e ossigeno all'attività economica».

Il Governo ticinese presenterà quindi, ha anticipato Vitta, la settimana prossima il messaggio governativo sui casi di rigore con aiuti previsti nell’ordine di 75 milioni di franchi, precisando che questi aiuti saranno erogati in due forme: fideiussioni e contributi a fondo perso.

Vitta: «Oggi è un buon giorno per credere e fare»

«Qualcuno ha detto che ci sono due giorni all'anno in cui non si può fare nulla: uno si chiama ieri e l'altro si chiama domani. Perciò oggi è il girono giusto per credere e fare. Un messaggi che si coniuga bene con quanto stiamo vivendo. Oggi è il momento per continuare con determinazione ad agire con consapevolezza e responsabilità. Oggi è il momento per continuare a credere negli sforzi che ognuno di noi sta affrontando. Ogni gesto di oggi influirà sul domani nostro e delle persone a noi vicine e della collettività».

«È fondamentale che ognuno di noi si impegni a rispettare rigorosamente le misure di igiene e di distanziamento sociale e le limitazioni decise dalle autorità. Questo ci permetterà di uscire prima da quest'onda pandemica.» ha continuato Vitta.

Il quale ha concluso con la sua celebre frase, usata praticamente in tutti i suoi interventi durante la pandemia: «Uniti ce la faremo».

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