Processo Delitto di Caslano: per la difesa «non è stato un assassinio»

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11.12.2019 - 17:31

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

Il giovane che nel luglio 2018 uccise la nonna a Caslano non avrebbe agito per vendetta, come sostenuto dalla procura che lo accusa di assassinio (chiesti 16 anni), ma per una reazione di rabbia dettata anche dalla sua «mente malata e sotto l’effetto di sostanze».

Lo ha sostenuto di fronte alla Corte l'avvocato difensore del 24enne, l’avvocato Daniel Ponti, che per il suo assistito ha chiesto una pena massima di 11 anni per omicidio intenzionale.

Per la difesa il giovane ha agito perché «non ha saputo elaborare il sentimento di frustrazione che ha provato quando la nonna ha rifiutato di consegnargli il denaro che aveva chiesto quella notte».

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