Quali sono? Da fonti ufficiali non trapela nulla, ma qualche elemento in più lo ha fornito alla RSI il segretario della Commissione esteri del Senato italiano, il senatore varesino del PD Alessandro Alfieri, molto vicino al team che sta negoziando l’accordo fiscale.
A riaprire i negoziati il nuovo metodo di tassazione
A riaprire i negoziati da parte italiana sarebbe stato il fatto che il nuovo metodo di tassazione «non toccherebbe gli attuali frontalieri, quelli che già lavorano, che godrebbero di un regime speciale, ma solo i nuovi», spiega Alfieri ai microfoni della RSI.
Di una fase transitoria a durata determinata si era però parlato anche in passato, ma in questo caso si tratterebbe di una salvaguardia fino alla pensione, aggiunge il senatore.
Un'ipotesi che solleverebbe degli interrogativi, uno su tutti: è pensabile gestire due sistemi così diversi?
Negoziati sulla percentuale con cui tassare i frontalieri
Ma veniamo alla Svizzera. Il nuovo sistema che manda in pensione l'era dei ristorni prevede che lo stipendio dei lavoratori verrà tassato ordinariamente in Italia detraendo la parte già tassata alla fonte in Svizzera.
In contropartita, sempre secondo il senatore PD, Berna starebbe trattando per aumentare (all'80%) la percentuale massima con cui potrebbe tassare i frontalieri: «È materia di negoziato, siamo d’accordo che debba aumentare come contropartita rispetto al regime di salvaguardia per gli attuali frontalieri. La Svizzera otterrebbe comunque un aumento dell’imponibile fiscale, e otterrebbe una fine anticipata dell’attuale sistema dei ristorni».
Sollecitato sul tema, il Cantone risponde per ora con un secco no comment, in attesa che Berna riferisca sul contenuto delle nuove proposte negoziali. In agenda a Bellinzona c’è tuttavia un appuntamento importante: la visita, il 16 ottobre, del ministro delle finanze Ueli Mauer.