Aiuto allo sviluppo Aiuto allo sviluppo: il nuovo orientamento divide

ATS

23.8.2019 - 14:35

Legami tra aiuto allo sviluppo e migrazione, ammontare dei fondi investiti, ritiro dall'America latina: sono alcuni dei punti che hanno fatto maggiormente discutere nel corso della procedura di consultazione sull'orientamento da dare all'aiuto allo sviluppo elvetico.

È la prima volta che le grandi linee della cooperazione internazionale vengono sottoposte a procedura di consultazione facoltativa. Il progetto prevede che gli aiuti tengano maggiormente conto degli interessi della Svizzera, in particolare in materia di politica migratoria.

Per il PLR, è positivo che venga dato maggior peso alla migrazione. Il partito si aspetta ora che queste intenzioni si concretizzino. Oltre a rafforzare il dialogo e i partenariati in materia, occorre adoperarsi per concludere nuovi accordi di riammissione, ha sottolineato.

PS e Caritas apprezzano dal canto loro il fatto che il legame tra aiuti e migrazione non sia soggetto a condizioni rigorose. I socialisti deplorano però che collegando questi due aspetti venga ridotta l'interazione complessa tra cooperazione e migrazione con il solo scopo di ridurre gli arrivi.

Analogo il punto di vista della Croce Rossa Svizzera, per la quale la Confederazione deve utilizzare l'aiuto umanitario e i meccanismi di cooperazione allo sviluppo per ridurre la povertà, non per promuovere la politica migratoria.

Per il periodo dal 2021 al 2024, il progetto prevede un budget di 11,37 miliardi, una somma ritenuta «insufficiente» dalle organizzazioni attive nell'aiuto allo sviluppo e dal PS. Ciò corrisponde allo 0,45% del reddito nazionale lordo (RNL) della Svizzera. Il Parlamento ha fissato quale obiettivo di dedicare lo 0,5% del RNL e il Consiglio federale si è impegnato ad aumentare questa quota allo 0,7%, come previsto dall'Agenda 2030, ricorda in particolare Swissaid.

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ATS