SvizzeraL'esperto: «Dubbi sulla deroga all'export di materiale bellico»
falu, ats
29.10.2022 - 11:25
Il professore di diritto internazionale Marco Sassòli si dice critico nei confronti di una possibile deroga alle dichiarazioni di non riesportazione per le esportazioni di materiale bellico. Sassoli si chiede se ciò sarebbe saggio in termini di politica di neutralità della Svizzera.
falu, ats
29.10.2022, 11:25
29.10.2022, 11:28
SDA
In linea di principio l'esperto ritiene che le dichiarazioni di non riesportazione – attualmente criticate ad esempio dalla Germania, che vuole consegnare munizioni provenienti dalla Svizzera all'Ucraina – siano sensate. «Senza di esse le armi svizzere entrerebbero in tutte le guerre», ha affermato Sassòli in un'intervista alle testate Tamedia pubblicata oggi.
Il diritto internazionale della neutralità non obbliga la Confederazione a impedire a un altro Paese di distribuire munizioni elvetiche. Ma in quel caso la Svizzera ha richiesto alla Germania una dichiarazione di non riesportazione.
Se ora revocasse questa dichiarazione per consentire a una parte belligerante come l'Ucraina di ricevere armi, la Svizzera aggirerebbe la legge sulla neutralità. Questo è il cuore della legislazione. La legge svizzera sull'esportazione di materiale bellico è in ogni caso chiara: «la licenza non può essere concessa in un caso simile», ha detto Sassòli.
A suo avviso anche un'eventuale invocazione della legge d'emergenza da parte del Consiglio federale per consentire le consegne di munizioni non sarebbe legittima. Ciò richiederebbe infatti una situazione di emergenza, e ciò non è il caso per la Svizzera.
Pure la richiesta di dichiarazioni solo da parte di alcuni Paesi e non di altri è delicata, secondo il professore. Ciò potrebbe portare a una situazione in cui ad esempio l'India non potrebbe consegnare armi svizzere all'Arabia Saudita per la guerra nello Yemen, ma la Gran Bretagna sì.
Il fatto che le munizioni svizzere sarebbero necessarie, ad esempio, per proteggere le esportazioni di grano in Ucraina, come afferma la ministra della difesa tedesca Christine Lambrecht, non è un argomento valido per un allentamento. Non è infatti possibile controllare cosa succede esattamente con le munizioni sul posto, ha ricordato Sassòli.