Votazioni cantonali «Sì» di Ginevra a RFFA, casse malattia e domeniche

ATS

19.5.2019 - 17:50

Alcuni manifesti in vista delle votazioni odierne a Ginevra.
Alcuni manifesti in vista delle votazioni odierne a Ginevra.
Source: Keystone/SALVATORE DI NOLFI

I ginevrini hanno accettato oggi con una maggioranza del 58,22% l'applicazione cantonale della riforma sulla fiscalità delle imprese, approvando nel contempo la RFFA a livello federale con il 62,18%.

La modifica della legge sull'imposizione delle persone giuridiche (LIPM) prevede un'aliquota unica d'imposta per le imprese del 13,99%, contro l'attuale 11,6% per le società a statuto speciale e al 24,2% per le altre. Il vicino canton Vaud applica da gennaio un tasso del 13,79%.

Secondo il Consiglio di Stato e una maggioranza parlamentare, il nuovo regime permetterà di mantenere attrattivo il cantone per le multinazionali e di preservare circa 62'000 impieghi diretti e indiretti. Le perdite fiscali sono stimate a 186 milioni di franchi per il Cantone e a 46 milioni per i Comuni.

Per indorare la pillola, il Gran Consiglio ha votato una sospensione del freno al deficit di otto anni per garantire il mantenimento delle prestazioni e ha concesso 20 milioni per lo sviluppo degli asili nido, con un prelievo dello 0,07% sulla massa salariale.

Ma la principale misura «compensatoria» è un aiuto di 186 milioni per sovvenzionare il pagamento dei premi di cassa malattia, che è stato approvato oggi dal 75,49% dei votanti. Il numero dei beneficiari dei sussidi cantonali salirebbe da 53'000 a 125'000.

Questo sostegno è stato posto in votazione separatamente come controprogetto all'iniziativa della sinistra «per premi di assicurazione malattia limitati al 10% del reddito dell'economia domestica». Questa è stata a sua volta approvata, con una stretta maggioranza del 50,97%. La domanda sussidiaria posta nel caso di un doppio sì ha però dato vincente il controprogetto con il 53,90%.

I ginevrini hanno anche detto sì – con il 52,53% dei voti – all'apertura dei negozi nel cantone per tre domeniche all'anno, per un periodo sperimentale di due anni. Già nel novembre 2016 avevano detto di sì, ma la misura aveva allora per condizione l'esistenza di un contratto collettivo di lavoro esteso nel settore, CCL che non ha mai visto la luce poiché le parti sociali non sono riuscite ad accordarsi. La maggioranza di destra del Gran Consiglio ha votato una nuova legge lo scorso settembre per autorizzare le tre domeniche anche in assenza di un CCL, al che la sinistra ha risposto con un referendum.

I ginevrini hanno poi accettato, con il 52,87% dei voti, la riforma proposta dalla sinistra e dal Mouvement citoyens genevois (MCG) per ricapitalizzare la Cassa di previdenza dello Stato (CPEG). Il progetto, che mantiene il primato delle prestazioni, era in concorrenza con la soluzione del governo sostenuta dai partiti di destra.

Le due opzioni sono state entrambe accettate: quella della sinistra e del MCG dal 52,83% dei votanti, quella del governo dal 52,64%. La domanda sussidiaria ha deciso in favore della prima. La CPEG, che conta 48'000 affiliati ed è attualmente sottocapitalizzata, va risanata per rispondere alle esigenze legali federali.

Infine, la gestione della cultura sarà ora di competenza cantonale: i ginevrini hanno accolto ad ampia maggioranza (83,18%) un'iniziativa costituzionale in questo senso volta a migliorare la ripartizione dei compiti tra il Cantone e i Comuni.

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