Coronavirus La Cina spende miliardi per l'epidemia: e la Svizzera?

tafu

11.2.2020

La Cina spende miliardi nella lotta contro la diffusione del coronavirus.
La Cina spende miliardi nella lotta contro la diffusione del coronavirus.
Keystone

Per poter proseguire nella lotta contro il coronavirus, la Cina prevede di investire miliardi: somme enormi se paragonate alle spese sanitarie destinate all'influenza in Svizzera.

Il coronavirus continua a serrare nella sua morsa soprattutto la Cina: secondo le autorità sanitarie, 1011 persone sarebbero morte fino ad oggi, ovvero più vittime di quante ne abbia fatte l’epidemia di SARS del 2002-2003. Il numero totale di contagiati è passato a più di 40'000. Secondo alcune informazioni riportate dal «Tagesanzeiger», la Cina prevede di spendere l’equivalente di più di 10 miliardi di franchi nella lotta contro il virus.

Una somma enorme, se confrontiamo per esempio le spese in Svizzera.  Gli investimenti dedicati alla lotta contro l’influenza sarebbero difficili da determinare. «Stanziamo spese per la sanità di circa 100 milioni di franchi all’anno», precisa comunque un portavoce dell’Ufficio federale della sanità pubblica (OFSP), intervistato da «Bluewin».

Investendo miliardi, la Cina vorrebbe assicurarsi che ogni abitante del paese possa ottenere un test di screening e un trattamento contro il virus. I limiti finanziari non devono dar luogo a carenze nel quadro del confinamento del virus.

Aumenta la produzione di indumenti protettivi

Inoltre, la commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma ha chiesto ai produttori di maschere respiratorie, di tute di protezione e di occhiali protettivi di innalzare la loro produzione, mentre il governo prevede di aumentare gli stock.

Persino in Svizzera il coronavirus ha già delle conseguenze finanziarie concrete: secondo il «SonntagsZeitung», l’annullamento di 28 voli a settimana causa perdite settimanali dell’ordine di 140’000 franchi. Anche i negozi di lusso degli aeroporti devono mettere in conto delle perdite, nella misura in cui i cinesi sono considerati come il gruppo di clienti a più forte potere d’acquisto.

Secondo l’Ufficio federale della salute pubblica (UFSP), per il momento in Svizzera non è stato segnalato nessun caso di coronavirus. L’istituto precisa tuttavia che è possibile che vengano rilevati dei contagi anche nel nostro Paese, aggiungendo che si prepara a questa eventualità con i suoi partner.

E proprio oggi il medico cantonale di Neuchâtel ha deciso di porre in quarantena un bambino di dieci anni che era entrato in contatto in Francia con un caso confermato di coronavirus. Il giovane resterà a casa e il suo stato sarà verificato ogni giorno da un’infermiera.

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