Il Consiglio federale intende sostenere le imprese colpite dalla crisi, contribuendo nella misura del 50% alle disposizioni adottate dai Cantoni dall'entrata in vigore della legge Covid-19 a fine settembre, e mettendo sul tavolo fino a 200 milioni di franchi.
Oggi ha posto in consultazione un'ordinanza sui casi di rigore, le cui basi sono state decise dal Parlamento nel corso della sessione autunnale. Data l'urgenza, durerà soltanto dieci giorni.
«La grande sfida è che non sappiamo come si svilupperà la situazione nei prossimi mesi o anni», ha affermato il ministro delle finanze Ueli Maurer in conferenza stampa a Berna. Il sostegno finanziario è concesso a condizione che l'impresa fosse redditizia o economicamente solida prima dell'epidemia e non abbia diritto ad aiuti finanziari settoriali della Confederazione (sport, cultura, trasporti pubblici ecc.).
Si tratta in particolare di imprese nella filiera dell'organizzazione di eventi, baracconisti, operatori del settore dei viaggi e aziende turistiche, ha aggiunto Maurer. Quelle nelle quali lo Stato detiene partecipazioni in misura preponderante, non riceveranno alcun sostegno della Confederazione.
Se necessario, i Cantoni possono inasprire o limitare i requisiti minimi, sta a loro decidere, è stato ricordato. Interpellato sui ristoratori nei cantoni romandi in cui sono stati chiusi i loro locali pubblici, Maurer ha sottolineato che non deve sempre essere il contribuente a pagare, devono essere esplorate altre soluzioni, con i proprietari, i Cantoni. L'Esecutivo – ha proseguito – è da parte sua disposto a esaminare nuovamente la definizione dei casi di rigore e ad adeguarla in funzione degli ulteriori sviluppi economici.
L'impostazione degli aiuti finanziari nei casi di rigore è di competenza dei Cantoni. Possono prevedere contributi a fondo perso, fideiussioni, garanzie, mutui. In questi ultimi tre casi è prevista una durata massima di 10 anni e possono ammontare fino al 25% del giro d'affari del 2019 di un'impresa, ma al massimo a 10 milioni. I contributi a fondo perso possono ammontare fino al 10% del fatturato del 2019, ma al massimo a 500'000 franchi (di cui 250'000 dalla Confederazione).
Come detto, complessivamente il contributo della Confederazione è limitato a un massimo 200 milioni di franchi. Questo importo è stato calcolato sulla base del fabbisogno comunicato dai singoli Cantoni e verrà suddiviso fra loro in base a una chiave di ripartizione (2/3 secondo il PIL cantonale e 1/3 secondo la popolazione residente).
Il Consiglio federale ha pure incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) e quello dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di verificare, nel quadro di colloqui con le associazioni di categoria delle parti sociali e i Cantoni, la continuazione degli esistenti o eventuali nuovi strumenti. Il DEFR valuterà anche eventuali provvedimenti di sostegno mirati nell'ambito del lavoro ridotto.
«È necessarie una grande disciplina finanziaria», ha ammonito Maurer, guardando anche e soprattutto ai prossimi anni e alle sfide che ci attendono, la previdenza vecchiaia, la piazza economica. L'assistenza deve essere fornita rapidamente e, data l'urgenza, la consultazione avviata oggi durerà solo dieci giorni. Le nuove disposizioni dovrebbero entrare in vigore il primo dicembre.
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