Spettacolo Meghan Markle chiede il giudizio abbreviato nella causa contro i tabloid

La Duchessa del Sussex e il Mail On Sunday sono in combutta da quando il newspaper ha pubblicato gli estratti di una lettera scritta dall’ex attrice all’indirizzo del padre Thomas.

Meghan Markle chiede il giudizio abbreviato nella causa contro il tabloid britannico Mail On Sunday.

L’ex star di «Suits» ha denunciato Associated Newspapers, l’editore del Mail On Sunday e il sito gemello MailOnline per aver pubblicato estratti di una lettera privata, da lei scritta all’indirizzo del padre Thomas Markle nell’agosto del 2018.

Il processo sarebbe dovuto iniziare questo mese (gennaio 2021), ma il dibattito è stato rinviato al prossimo autunno dopo che la moglie del principe Harry ha citato «motivi riservati» nella sua richiesta di slittamento.

Ora la Duchessa di Sussex vorrebbe chiudere al più presto la faccenda legale, prima che il caso finisca nuovamente in pasto ai media – come ampiamente prevedibile.

Come riporta Sky News, il legale dell’ex attrice, Justin Rushbrooke, martedì scorso ha detto ai giudici dell’Alta Corte di Londra che non ci sono «reali prospettive» di vittoria da parte di Associated Newspapers.

«È un caso molto facile da risolvere poiché riguarda la pubblicazione illegale di una lettera privata», ha spiegato a proposito della nota personale, diffusa nel febbraio 2019.

Ai rappresentanti legali di Associated Newspapers non è piaciuta la mossa di Meghan, che ritengono come il caso in questione non sia risolvibile con un giudizio abbreviato.

Secondo l’avvocato Antony White QC, la Markle avrebbe scritto la lettera «pensando a una sua divulgazione pubblica in un momento futuro», come riporta il Daily Telegraph.

Si attende la decisione del giudice.

Meghan ha chiesto un risarcimento danni per uso improprio di informazioni private, violazione del copyright e mancato rispetto di alcuni articoli del Data Protection Act.

Secondo Associated Newspapers, il leaking della lettera sarebbe da attribuire alla stessa Markle, rea di aver affidato informazioni private ad alcuni amici, ora accusati di aver rilasciato delle interviste al magazine americano People.

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