Venerdì scorso si è consumato il primo derby della storia nella nuova Gottardo Arena. Al termine della sfida sono stati registrati vari danni e furti tanto da spingere Lombardi a scrivere un messaggio ai suoi tifosi.
Il primo derby nella nuovissima Gottardo Arena è stata una festa di sport, terminata dopo 65 minuti di gioco con la spettacolare e drammatica appendice dei rigori dalla quale è uscito vincente il Lugano.
Una festa di sport, non per tutti purtroppo, come a distanza di alcuni giorni ha precisato il presidente dell'HCAP Filippo Lombardi con una lettera all'indirizzo dei tifosi, pubblicata sul sito web ufficiale della società leventinese.
Nel suo messaggio - che potete leggere nella sua quasi integralità qui sotto - il 65enne parla dei danni nel settore ospiti - da mettere in conto secondo il presidente - ma anche dell'increscioso furto di bevande e persino di materiale della prima squadra.
Lettera che ricorda l'aggiunta di voci al regolamento della nuova pista, per il buon mantenimento dello stadio e per poter permettere alla tifoseria biancoblu e ospite di godere in tutta serenità delle emozioni e delle aggregazioni che lo sport sa dare.
«Che bello è…» questo nostro gioiello – Ma deve restarlo!
«Dall’11 di settembre ad oggi abbiamo ricevuto migliaia di complimenti per la nuova Gottardo Arena, e per essere riusciti ad aprirla in tempo, anche se ancora incompleta, contro tutti i gufi che scommettevano contro di noi. Grazie di cuore, a nome dell’HCAP e dei suoi dirigenti, collaboratori e giocatori, a tutti coloro che hanno lavorato duro per realizzare questo miracolo, grazie al nostro pubblico che si è immediatamente innamorato di questo gioiello.
Possiamo con convinzione cantare di nuovo quanto sia “bello uscir di casa per andare alla (nuova) pista a veder l’Ambrì-Piotta”! La pista è bellissima, la squadra gira, il pubblico c’è, il tifo della Curva ha ormai contagiato anche le tribune grazie all’architettura che più di prima unisce tutti i settori attorno al ghiaccio, in un continuo abbraccio ai ragazzi che si battono per la nostra maglia.
Ma attenzione: questo MIRACOLO va difeso con i denti, affinché duri! Va difeso dal rischio della superbia sportiva: non siamo diventati di colpo miliardari e campioni. Siamo sempre noi, l’Ambrì-Piotta operaio e umile, che deve battersi con grinta e con il pugnale fra i denti contro avversari blasonati e in grado di comprarsi più talento di noi. In questo sposo al 200% la filosofia di Luca Cereda: ricordiamoci da dove veniamo, godiamoci il momento, ma non diventiamo mai arroganti. I tempi difficili possono tornare, e noi dovremo essere pronti ad affrontarli nella Gottardo Arena esattamente con la stessa tenacia con cui li abbiamo affrontati per decenni nella vecchia e fredda Valascia.
Ma il miracolo va difeso anche materialmente dal rischio di degrado che potrebbe rapidamente colpire la nuova struttura se la trattiamo come la vecchia. In queste prime cinque partite – al netto dei problemi oggettivi dovuti alla situazione ancora provvisoria – abbiamo vissuto una sorta di gioiosa anarchia da «porte aperte permanenti» perché tutti avevano il piacere di scoprire la nuova casa. Ma già nel derby di venerdì scorso la situazione è degradata. Certi danneggiamenti – che purtroppo si mettono in conto nel settore ospiti, pur se denotano una evidente maleducazione e una inaccettabile gelosia verso i «contadini» che hanno finalmente una casa al passo coi tempi – sono inaccettabili se riscontrati anche nel resto dello stadio. Il furto di bevande o addirittura di materiale della prima squadra ci rende poi davvero furibondi. Chi proclama di «amare l’Ambrì» NON PUÒ permettersi certe cose. Chi non sa come comportarsi e danneggia la società invece di aiutarla è pregato di starsene a casa! Non servono a nulla le pacche sulle spalle del presidente, se poi non si rispetta lo sforzo immane del club e il lavoro di tutto il suo personale.
La nuova Arena è la nostra nuova casa: trattiamola davvero come casa nostra! Quattro anni fa abbiamo cambiato la nostra strategia sportiva e oggi cominciamo a goderne i frutti. Ora abbiamo fatto una svolta epocale nell’infrastruttura. Ma dobbiamo cambiare anche la nostra mentalità di utenti. Perché vogliamo che il nostro gioiello resti tale, non che divenga una rovina dopo pochi anni!
Filippo Lombardi, presidente HCAP»