Mercato immobiliareLa crescita dello sfitto sembra essersi fermata
hm, ats
1.9.2021 - 18:00
La crescita delle abitazioni sfitte che perdura ormai da diversi anni (precisamente dal 2014) potrebbe essersi arrestata: lo affermano gli economisti di Credit Suisse (CS), sulla base dei primi dati pubblicati da alcuni cantoni e città.
Keystone-SDA, hm, ats
01.09.2021, 18:00
01.09.2021, 18:17
SDA
La pandemia ha probabilmente contribuito al cambio di passo, ma la tendenza si stava delineando già prima, con il calo dei permessi di costruzione.
Quest'anno il tasso di alloggi non occupati dovrebbe stabilizzarsi a circa 1,7%, affermano gli specialisti della grande banca in un'analisi del mercato immobiliare pubblicata oggi. Non è nemmeno escluso un lieve calo del tasso, visto che aumentano le unità abitative. L'anno scorso il dato si era attestato all'1,72%: 78'800 abitazioni risultavano senza inquilini.
La fotografia scattata da CS si limita peraltro al quadro generale e non offre un'analisi regionale che avrebbe per esempio potuto interessare fortemente il Ticino: come noto nel 2020 il cantone italofono è stato il secondo più toccato dal problema in Svizzera, con una quota di superfici vuote del 2,71%.
Decisa attività di costruzione di appartamenti in locazione
Tornando all'indagine attuale, gli esperti di CS spiegano che all'origine della forte crescita dello sfitto negli scorsi anni vi è stata una decisa attività di costruzione di appartamenti in locazione, non più in linea con la domanda. Alla ricerca di rendimenti e a causa della mancanza di terreni edificabili diversi investitori si sono interessati anche di comuni di periferia e delle regioni rurali, agendo a volte in aree dove il potenziale è limitato.
Nel frattempo però questa attività ha superato il suo zenit: negli ultimi due anni sono stati concessi il 5% in meno di permessi di costruzione per stabili in locazione.
Intanto la domanda dall'alloggio si è dimostrata resistente e poco impressionata dalla pandemia. Nel 2020 l'immigrazione netta è aumentata, perché gli espatri sono diminuiti in modo ancora più forte degli arrivi. Grazie al lavoro ridotto e ad altri aiuti statali per molte economie domestiche il Covid-19 non ha avuto un impatto negativo; al contrario, con il calo delle uscite per mobilità, vacanze, ristorazione e tempo libero è aumentato il risparmio. Inoltre la tendenza al telelavoro ha stimolato la richiesta di superfici abitative più grandi.
Nel comparto dell'alloggio in proprietà si registra per contro già da anni tendenzialmente una penuria. Stando agli esperti di CS, negli ultimi trimestri la domanda è aumentata, anche in seguito all'impatto del coronavirus, che – attraverso il telelavoro – stimola gli interessati a cercare casa pure lontano dal posto di lavoro.