Rimane solido, fra gli analisti finanziari, l'ottimismo riguardo alla congiuntura elvetica, vista nel suo futuro con occhi favorevoli ormai da alcuni mesi a questa parte. La disoccupazione comunque crescerà, si dicono convinti gli esperti.
Le indicazioni emergono dall'indice calcolato da Credit Suisse e da CFA Society Switzerland, che è stato pubblicato oggi e che ha raggiunto il valore di 45,6 punti.
L'indicatore, che in marzo era crollato a -45,8 da +7,7 di febbraio, era tornato in aprile in territorio positivo, a +12,7. In maggio era salito a +31,3 e si era confermato in giugno (+48,7) nonché – pur con un lieve calo – in luglio (+42,4). Ora arriva il nuovo aumento: concretamente questo significa che sono sempre più numerosi gli specialisti che si aspettano un rafforzamento della dinamica economica di quelli che puntano sull'evoluzione opposta.
Nel dettaglio, il 66,7% degli interrogati è convinto che nei prossimi sei mesi vi sarà un miglioramento della situazione congiunturale, il 21,1% si aspetta un peggioramento e il 12,3% ritiene che non vi saranno cambiamenti (valori che determinano poi l'indice complessivo: 66,7 meno 21,1 = 45,6). Rispetto a luglio sono in aumento gli ottimisti (+7 punti) e un po' anche i pessimisti (+4), mentre si sfoltiscono le file di quelli che puntano sullo status quo (-11).
Ben diversa è l'evoluzione del giudizio sulla situazione attuale dell'economia, che è ulteriormente peggiorata, anche se di poco: l'indice è a -45,6 (-4,9 rispetto a un mese fa). Questo probabilmente si spiega – stando agli autori delle analisi – con l'aumento dei casi delle infezioni di coronavirus osservati nelle ultime settimane.
Il peggioramento delle stime per il futuro elvetico sui sei mesi si accompagna a un'analisi analoga anche per l'Eurozona (-2 punti a -71.9). Anche gli Stati Uniti sono a -71,9, mentre maggiore è la fiducia sulle attuali condizioni della Cina (-30,9).
Tornando entro i confini svizzeri, si fanno più numerosi gli esperti che si aspettano un aumento dell'inflazione (29%, +18 punti). Un'ampia maggioranza (64%, +2 punti) non prevede però cambiamenti e rimangono pochi (7%, -20 punti) coloro che scommettono su una flessione.
I tassi sono attesi fermi nel corto termine (91%); l'8% li osserva in calo e solo una sparuta minoranza (2%) vede all'orizzonte un aumento. Sul lungo termine il 28% degli interrogati ipotizza una progressione dei tassi: rimane comunque più consistente la quota di chi non scorge mutamenti (53%) e non manca anche chi scommette su una contrazione (19%).
Il 47% degli interpellati prevede inoltre una progressione dell'indice di borsa SMI, mentre il 24% punta su valori stabili e il 29% su una flessione. Riguardo ai cambi, il 26% del campione si aspetta un ulteriore rafforzamento del franco nei confronti dell'euro, il 19% un indebolimento e 45% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso. Sul fronte della disoccupazione il 67% vede una crescita dei senza lavoro, il 23% una stagnazione e l'11% un calo.
Al sondaggio, effettuato fra il 13 e il 20 agosto, hanno partecipato 57 analisti.
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