Torna l'ottimismo fra gli analisti finanziari, che si aspettano un andamento della congiuntura a «V», quindi caratterizzato da una decisa ripresa: il punto più basso non è comunque stato ancora raggiunto.
È quanto emerge dall'indice calcolato da Credit Suisse e da CFA Society Switzerland, che è stato pubblicato oggi. L'indicatore, che in marzo era crollato a -45,8 da +7,7 di febbraio, è tornato in territorio positivo, a +12,7: concretamente questo significa che sono tornati più numerosi gli specialisti che si aspettano un rafforzamento della dinamica economica di quelli che puntano sull'evoluzione opposta.
Nel dettaglio, il 49,4% degli interrogati è convinto che nei prossimi sei mesi vi sarà un miglioramento della situazione congiunturale, il 36,7% si aspetta un peggioramento e il 13,9% ritiene che non vi saranno cambiamenti (valori che determinano poi l'indice complessivo: 49,4 meno 36,7 = 12,7). Rispetto a marzo sono in aumento gli ottimisti (+24 punti) e quelli che puntano sullo status quo (+10), mentre si sfoltiscono le file dei pessimisti (-37).
Ben diversa è l'evoluzione del giudizio sulla situazione attuale dell'economia, che è ulteriormente peggiorata: l'indice è a -53,2, contro -28,2 di un mese fa. «Il fondo non è probabilmente ancora stato raggiunto», commentano gli specialisti di Credit Suisse.
Il miglioramento delle stime per il futuro elvetico sui sei mesi si accompagna a un'analisi analoga anche per l'Eurozona (+47 punti a 5,0), Stati Uniti (+62 punti a 7,6) e Cina (+30 a 29,7).
Tornando entro i confini elvetici, aumentano lievemente gli esperti che si aspettano una crescita dell'inflazione (15%, +2 punti). Un'ampia maggioranza (50%, +9 punti) non prevede però cambiamenti e rimangono non pochi (35%, -11 punti) coloro che scommettono su un calo.
I tassi sono attesi fermi nel corto termine (75%); il 19% li osserva in calo e solo una sparuta minoranza (6%) vede all'orizzonte un aumento. Sul lungo termine il 32% ipotizza una progressione: rimane comunque più consistente la quota di chi non scorge mutamenti (36%) e non manca anche chi scommette su una contrazione (32%).
Il 51% degli interrogati prevede inoltre una progressione dell'indice di borsa SMI, mentre il 18% punta su valori stabili e il 32% su una flessione. Riguardo ai cambi, il 51% (+22 punti) del campione si aspetta un rafforzamento del franco nei confronti dell'euro, il 20% un indebolimento e 29% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso. Sul fronte della disoccupazione il 90% vede una crescita dei senza lavoro, il 6% una stagnazione e il 4% un calo.
Al sondaggio, effettuato fra il 16 e il 21 aprile, hanno partecipato 80 analisti.
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