Economia svizzeraIn vista un rallentamento e maggiori tassi d'interesse
hm, ats
27.4.2022 - 14:01
Sulla scia della guerra in Ucraina gli analisti finanziari sono sempre meno fiduciosi riguardo alla dinamica dell'economia svizzera e vedono avvicinarsi anche un aumento dei tassi d'interesse da parte della Banca nazionale svizzera (BNS).
Keystone-SDA, hm, ats
27.04.2022, 14:01
27.04.2022, 14:10
SDA
L'indice sulle prospettive economiche calcolato da Credit Suisse e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti si è attestato in aprile a -51,6 punti, si evince dai dati pubblicati oggi. Rispetto a marzo vi è stato un crollo di 23,8 punti. L'indicatore è quindi diventato ancora più negativo, segnalando che sono più numerosi gli specialisti che nei prossimi sei mesi si aspettano un peggioramento della congiuntura di quelli che puntano sull'evoluzione opposta.
L'indice era a +8,3 nel gennaio 2020 e con lo scoppio della pandemia di coronavirus era crollato a -45,8 nel marzo 2020, per poi risalire nei mesi successivi; nel maggio del 2021 era stato toccato il valore record di +72,2 punti e ancora nel febbraio di quest'anno era a +9,0 punti. Poi la brusca frenata: quello appena registrato è il livello più basso dal febbraio 2015 (-73,0).
Scendendo nei dettagli, il 35,5% degli interrogati in aprile è convinto che nei prossimi sei mesi non vi saranno cambiamenti nella situazione congiunturale, il 6,5% si aspetta un miglioramento e il 58,1% pronostica un peggioramento (valori che determinano poi l'indice complessivo: 6,5 meno 58,1 = -51,6). Rispetto a marzo sono aumentati i pessimisti (+16,4 punti), mentre si sono sfoltite le file degli ottimisti (-7,4 punti) e di coloro che puntano sullo status quo (-8,9 punti).
Leggermente migliore, nel confronto mensile, è invece il giudizio sulla situazione congiunturale attuale, con un indice a 38,7 punti (+5,4 punti). Il forte arretramento delle stime per il futuro elvetico si accompagna a un'analisi analoga per l'Eurozona (-19,1 punti a -67,7 punti), Stati Uniti (-24,7 a -58,0 punti) e Cina (-10,4 punti a -13,4 punti).
Rientrando nei confini elvetici rimangono numerosi gli esperti che si aspettano un incremento dell'inflazione (-0,2 punti al 58,1%). Una quota assai inferiore (19,4%) non prevede cambiamenti e non pochi (22,6%) scommettono su una contrazione.
I tassi sono attesi in aumento nel corto termine (56,7%): e questa è una novità rispetto al passato. Nessuno li pensa in calo, mentre una consistente minoranza (43,3%) vede all'orizzonte ancora stabilità. Sul lungo periodo l'83,3% ipotizza una progressione: assai meno consistente è la quota di chi non scorge mutamenti (16,7%) e nessuno prende in conto una flessione.
Malgrado la stretta monetaria e l'offuscamento delle prospettive non è comunque attesa una recessione: il prodotto interno lordo (Pil) è visto in media nel 2022 in crescita reale del 2,3%. Anche per il 2023 si punta sull'espansione, che dovrebbe essere pari all'1,7%.
Il 36,7% degli interrogati prevede inoltre una progressione dell'indice di borsa SMI nei prossimi sei mesi, mentre il 30,0% punta su valori stabili e il 33,3% su una contrazione. Riguardo ai cambi, il 50,0% degli interpellati ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso euro/franco, il 13,3% si aspetta un indebolimento del franco e il 36,7% un rafforzamento. Sul fronte della disoccupazione il 45,2% vede una crescita dei senza lavoro, il 51,6% una stagnazione e il 3,2% un calo.
Al sondaggio, effettuato fra il 14 e il 21 aprile, hanno partecipato 31 analisti.