Apple ha accettato di pagare fino a 500 milioni di dollari per risolvere una class action Usa che vedeva l'azienda accusata di aver volontariamente rallentato le performance dei vecchi iPhone, in modo da spingere gli utenti a comprare i nuovi modelli.
La proposta di accordo dovrà essere accettata da un giudice federale in California, in un'audizione in programma agli inizi di aprile.
L'accordo prevede che Apple paghi almeno 310 milioni di dollari, ma non più di 500 milioni, per risarcire i proprietari statunitensi di iPhone 7 o modelli precedenti, che riceveranno 25 dollari ciascuno.
Il contenzioso risale all'inizio del 2018 e si concentra su un cambiamento furtivo al sistema operativo dell'iPhone, introdotto per evitare «spegnimenti involontari» dello smartphone. Apple aveva ammesso che il software, iOS, era stato modificato per rallentare le prestazioni degli iPhone più vecchi, la cui durata della batteria si stava deteriorando, per evitare che i telefoni si spegnessero spontaneamente. Le proteste avevano spinto Apple ad aggiornare il software e ad offrire sconti consistenti per la sostituzione della batteria.
Il mese scorso il garante francese dei consumatori ha reso noto che, per lo stesso caso, Apple ha acconsentito a pagare 25 milioni di euro.
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