Per sei mesiStabilità in vista per la congiuntura elvetica
hm, ats
23.2.2022 - 12:01
Gli analisti finanziari si aspettano una stabilizzazione della congiuntura elvetica, dopo l'ondata omicron del coronavirus.
Keystone-SDA, hm, ats
23.02.2022, 12:01
23.02.2022, 13:01
SDA
L'indice sulle prospettive economiche calcolato da Credit Suisse e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti si è attestato in febbraio a +9,0 punti, si evince dai dati pubblicati oggi. Rispetto a gennaio vi è stato un calo di 0,5 punti. L'indicatore rimane quindi positivo, segnalando che sono più numerosi gli specialisti che nei prossimi sei mesi si aspettano un miglioramento della dinamica economica di quelli che puntano sull'evoluzione opposta.
L'indice era a +8,3 nel gennaio 2020 e – con lo scoppio della pandemia di coronavirus – era crollato a -45,8 nel marzo 2020, per poi risalire nei mesi successivi; nel maggio del 2021 era stato toccato il valore record di +72,2 punti e ancora in luglio era a +42,8 punti, prima del brusco arretramento a -7,8 in agosto, seguito da una certa ripresa.
Tornando al corrente mese di febbraio e scendendo nei dettagli, il 48,2% degli interrogati è convinto che nei prossimi sei mesi non vi saranno cambiamenti nella situazione congiunturale, il 30,4% si aspetta un miglioramento e il 21,4% pronostica un peggioramento (valori che determinano poi l'indice complessivo: 30,4 meno 21,4 = +9,0). Rispetto a gennaio soni aumentati leggermente sia i pessimisti (+4,7 punti) che gli ottimisti (+4,2 punti), mentre si sfoltiscono le file di coloro che puntano sullo status quo (-8,9 punti).
Leggermente peggiore, nel confronto mensile, è il giudizio sulla situazione congiunturale attuale, con un indice a 44,6 punti (-5,4 punti). La sostanziale stabilità delle stime per il futuro elvetico si accompagna a un'analisi analoga per l'Eurozona (-0,4 punti a 9,1 punti), Stati Uniti (+0,6 a -1,8 punti) e Cina (+2,2 punti a 31,5 punti).
Rientrando nei confini elvetici diminuiscono gli esperti che si aspettano un incremento dell'inflazione (-9,5 punti al 35,7%). Una quota maggiore (41,1%) non prevede cambiamenti e non pochi (23,2%) scommettono su una contrazione.
I tassi sono attesi fermi nel corto termine (56,0%); quasi nessuno li pensa in calo (2,0%), mentre una consistente minoranza (42,0%) vede all'orizzonte un aumento. Sul lungo periodo l'82,4% ipotizza una progressione: meno consistente è la quota di chi non scorge mutamenti (13,7%) e pochi (3,9%) prendono in conto una flessione.
Il 46,9% degli interrogati prevede inoltre una progressione dell'indice di borsa SMI, mentre il 32,7% punta su valori stabili e il 20,4% su una flessione. Riguardo ai cambi, il 46,2% degli interpellati ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso euro/franco, il 25,0% si aspetta un indebolimento del franco e il 28,8% un rafforzamento. Sul fronte della disoccupazione il 5,9% vede una crescita dei senza lavoro, il 56,9% una stagnazione e il 37,3% un calo.
Al sondaggio, effettuato fra il 10 e il 17 febbraio, hanno partecipato 57 analisti.