TurismoL'Austria fatica a ritrovare gli ospiti svizzeri, pesa l'inflazione
hm, ats
13.11.2023 - 16:00
I turisti invernali svizzeri stanno tornando in Austria, ma il paese fatica a ritrovare i livelli pre-pandemia: a pesare è l'inflazione, che sta intaccando la competitività delle destinazioni un tempo più convenienti dei concorrenti elvetici.
13.11.2023, 16:00
13.11.2023, 16:12
SDA
Per il paese che può vantare una storia imperiale il mercato svizzero, nell'ambito delle località di montagna, è il terzo più importante per pernottamenti, dopo quelli di Germania e Paesi Bassi. L'obiettivo è ora di insistere sui punti di forza, tra cui per esempio un buon accesso ferroviario.
«Una delle particolarità dei viaggiatori della Confederazione è che molti arrivano in treno», spiega all'agenzia Awp Carmen Breuss, responsabile del mercato svizzero e francese presso l'organizzazione di promozione turistica Österreich Werbung. Il tema del viaggio sostenibile sta a cuore agli svizzeri e questo si riflette nel fatto che il 12% di loro sceglie il convoglio ferroviario come mezzo di trasporto, una quota molto più alta rispetto agli altri paesi da cui provengono gli ospiti.
Le località austriache stanno affrontando un clima economico difficile. «Con un'inflazione di circa il 10%, i prezzi sono ormai paragonabili a quelli della Svizzera», osserva una portavoce della regione Bregenzerwald Tourismus, situata a circa un'ora da San Gallo. «Sebbene si registri una ripresa della domanda, i pernottamenti dei viaggiatori provenienti dalla Svizzera sono ancora leggermente inferiori ai livelli precedenti alla pandemia».
La situazione varia però notevolmente da una destinazione all'altra, con alcune già tornate ai numeri ante-Covid. «È difficile tracciare un quadro uniforme perché ogni regione, e persino ogni hotel, si trova ad affrontare una situazione diversa, e mancano ancora spiegazioni precise», afferma Breuss.
Durante il loro soggiorno in Austria, gli svizzeri spendono circa 257 euro a persona al giorno, rispetto a una media di 205 euro, secondo i dati dell'ente austriaco per il turismo. Meno sensibili ai prezzi rispetto ai tedeschi o agli olandesi, la maggior parte (circa il 60%) dei cittadini con il passaporto rosso pernotta in hotel a 4 o 5 stelle, circa il 60%.
Seguendo l'esempio delle destinazioni alpine svizzere, il settore turistico austriaco punta ora su una migliore distribuzione del numero di visitatori nel corso dell'anno. «Gli alberghi optano sempre meno per le chiusure stagionali, trovando una serie di vantaggi nel rimanere aperti tutto l'anno: anche i mesi di magra come novembre si rivelano importanti per i ricavi, gli ospiti sfruttano maggiormente i servizi dell'hotel e vi spendono di più. È anche un modo per combattere la carenza di personale», spiega Breuss.
«Come albergo specializzato nel benessere, ottobre e novembre sono mesi chiave per la nostra attività», conferma Magdalena Zudrell-Fürst, responsabile presso l'hotel Fernblick di Montafon (Voralberg), uno degli ultimi a conduzione familiare della zona. Più della metà degli ospiti (57%) proviene dalla Svizzera: i pernottamenti sono tornati rapidamente ai livelli precedenti alla pandemia e potrebbero addirittura essere superati in futuro. L'albergatrice si rallegra del fatto che gli ospiti provenienti dalla Confederazione utilizzano maggiormente i servizi dell'hotel, in particolare nel settore del benessere, con un conseguente aumento del fatturato medio per ospite.
Pressato dall'inflazione dei prezzi dei generi alimentari (prezzi +8%), dall'aumento costi del personale (+10%) e dal raddoppio delle tariffe energetiche l'hotel è stato costretto ad aumentare le tariffe di circa il 10%. Una notte di soggiorno, compresi i pasti, costa ora in media 250 euro a persona. Per Zudrell-Fürst le tariffe sono comunque ancora inferiori a quelle svizzere per servizi analoghi.
L'epidemia di Covid-19 ha colpito il settore del turismo in Austria ancora più duramente che in Svizzera. Prima della crisi sanitaria, il contributo diretto del settore turistico al prodotto interno lordo (Pil) nazionale era del 7,5% in Austria e del 2,9% in Svizzera. Durante la pandemia, questo contributo è diminuito di quasi il 50% in Austria, mentre in Svizzera il calo è stato solo di un quarto, al 2,2% del Pil.