SvizzeraLe banche non aumentano i tassi sui conti risparmio
hm, ats
18.11.2022 - 19:00
Banche a passo di bradipo nell'adattare la remunerazione del risparmio alle ormai da tempo mutate circostanze.
Keystone-SDA, hm, ats
18.11.2022, 19:00
18.11.2022, 19:08
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Malgrado l'aumento dei tassi d'interesse operato già due volte dalla Banca nazionale svizzera (BNS) gli istituti di credito si apprestano a ritoccare a loro volta i tassi sui conti dei clienti solo l'anno prossimo. E i maggiori introiti saranno divorati dall'inflazione. Il tutto mentre le tasse bancarie sono fortemente aumentate in questi anni, denunciano i consumatori.
All'inizio degli anni 90 i risparmiatori elvetici beneficiavano ancora di interessi superiori al 5%. Da allora la loro remunerazione è diminuita costantemente: nel 2003 è scesa per la prima volta sotto l'1% e nel 2015 sotto lo 0,1%. Negli ultimi anni si è attestata in media intorno allo zero.
Dopo un lungo periodo di politica monetaria espansiva e di inflazione negativa in giugno la BNS ha aumentato per la prima volta il tasso guida, per contrastare l'aumento dei prezzi, e in settembre è arrivato un secondo scatto: il tasso è ora al +0,5% dopo che per sette anni era stato negativo.
Come hanno reagito le banche?
Come hanno reagito le banche? Finora hanno generalmente posto fine ai tassi negativi che venivano prelevati a partire da certe somme, ma pochissime hanno aumentato i tassi sui conti di risparmio, emerge da un giro d'orizzonte compiuto dall'agenzia Awp.
Tra le poche eccezioni figura Banca Migros, che ha portato il suo valore di riferimento dallo 0,01% allo 0,2%. Una manciata di altri istituti ha seguito l'esempio, tra cui Yuh e Valiant, nonché le banche cantonali di Obvaldo e Zugo.
Il più grande istituto cantonale, quello di Zurigo (Zürcher Kantonalbank, ZKB), ha di recente dichiarato di essere in attesa delle prossime decisioni della BNS, previste in dicembre. La situazione appare simile per i giganti del settore, UBS e Credit Suisse (CS), i cui tassi di interesse sui conti di risparmio tradizionali si aggirano intorno allo 0%.
Mentre la prima società non avanza commenti sull'evoluzione futura, CS fa sapere di «monitorare costantemente gli sviluppi del mercato: sono sempre possibili aggiustamenti a breve termine delle condizioni di interesse».
La situazione sembra quindi bloccata
Per il momento, la situazione sembra quindi bloccata. Il nuovo vicepresidente della direzione della BNS Martin Schlegel ha recentemente dichiarato a un giornale che «la fissazione di tassi e prezzi è una questione che riguarda le banche». Fra gli istituti c'è concorrenza, serve la reazione dei clienti. «Questo processo richiede tempo», ha avvertito.
«Ci vuole un po' prima che l'aumento dei tassi guida si rifletta sui conti di risparmio», conferma all'Awp Alexis Körber, economista dell'istituto BAK Economics. A suo avviso «le banche seguiranno, ma ciò non accadrà in modo diretto».
In un recente studio, gli esperti di UBS hanno osservato che negli ultimi due cicli di inasprimento monetario un incremento del 2,5% dei tassi di riferimento ha comportato un aumento di soli 0,5 punti percentuali dei tassi dei conti di risparmio.
«Le banche stanno attualmente cercando di ritardare la progressione»
«Le banche stanno attualmente cercando di ritardare la progressione», afferma Tobias Straumann, professore di storia ed economia moderna dell'Università di Zurigo. I ritocchi avverranno l'anno prossimo, ma nel frattempo l'inflazione dovrebbe accelerare ulteriormente, spazzando via qualsiasi adeguamento. Secondo Straumann, i tassi nominali – non corretti per l'inflazione – aumenteranno, ma rimarranno negativi in termini reali, cioè tenendo conto del rincaro.
Körber prevede che la BNS alzerà i tassi sino alla fine del primo trimestre del 2023 e poi farà una pausa. Allo stesso tempo, però, l'inflazione dovrebbe attestarsi a circa il 3% entro la fine del 2022, prima di rallentare all'1,7% per la fine dell'anno successivo. I tassi sui conti di risparmio saliranno allo 0,5% nel 2023, «ma in termini nominali»: in termini reali rimarranno sotto lo zero.
La cosa indispettisce larghe fasce della clientela. «Gli istituti devono innanzitutto ridurre le spese bancarie, che sono raddoppiate negli ultimi 20 anni», afferma Jean Busché, responsabile economia e nuove tecnologie presso la Federazione romanda dei consumatori (FRC).
«La maggior parte delle banche non ha voluto introdurre gli interessi negativi per le piccole e medie imprese: hanno invece aumentato le commissioni», osserva l'esperto. «L'aumento del tasso guida rende ora ingiustificate queste misure.
Nella Svizzera tedesca, la Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS) ha recentemente invitato le banche ad aumentare senza indugio i tassi di interesse sui conti di risparmio e a ridurre le commissioni. «Altrimenti, i risparmiatori rischiano di subire pesanti perdite sul proprio patrimonio a causa dell'elevata inflazione», avverte l'organizzazione.