CriptovaluteIl Bitcoin scende sotto 40'000 dollari e «brucia» 270 miliardi
SDA
19.5.2021 - 12:07
Il tonfo del Bitcoin, ai minimi dal 9 febbraio sotto quota 40'000 dollari, ha mandato in fumo 270 miliardi di dollari sul mercato delle criptovalute.
19.05.2021, 12:07
19.05.2021, 12:11
SDA
È la stima della televisione americana Cnbc, sulla base del minimo intraday di 38'585,86 dollari, con una perdita oltre il 13%, in base ai dati di CoinDesk.
Il corso della criptovaluta si trova a un livello inferiore del 39% dal record assoluto di metà aprile (64'829,14 dollari). La frenata è stata accelerata dalla decisione di Tesla del 12 maggio di sospendere gli acquisti di auto attraverso Bitcoin, mentre oggi ha pesato il giudizio della banca centrale cinese, che ha ribadito come i token digitali non possano essere usati quale forma di pagamento.
La Cina ha vietato agli istituti finanziari e alle società di pagamento di fornire servizi relativi alle transazioni di criptovaluta e ha messo in guardia gli investitori dal suo trading speculativo. Si è trattato dell'ultima mossa di Pechino per neutralizzare quello che era un fiorente mercato del trading digitale, ma dal potenziale effetto destabilizzante sui mercati finanziari. In base al divieto, tali istituzioni, comprese banche e canali di pagamento online, non devono offrire ai clienti alcun servizio che coinvolga criptovaluta, in base a a una dichiarazione congiunta di National Internet Finance Association of China, China Banking Association e Payment and Clearing Association of China, che riprende le indicazioni della Banca centrale.
«Recentemente, i prezzi delle criptovalute sono saliti in alto e poi precipitati, e il commercio speculativo di criptovaluta è rimbalzato, violando gravemente la sicurezza della proprietà delle persone e interrompendo il normale ordine economico e finanziario», si legge nella dichiarazione.
La Cina ha vietato gli scambi e le offerte iniziali di criptovalute, ma non ha impedito il possesso. Le istituzioni non devono fornire servizi di risparmio, fiducia o impegno di criptovaluta, né emettere prodotti finanziari relativi.
Le mosse non sono state le prime di Pechino contro la valuta digitale. A giugno 2019, la Banca centrale emise una nota in cui affermava che avrebbe bloccato l'accesso a tutti gli scambi di criptovaluta nazionali ed esteri e ai siti Web di offerta iniziale di monete, con l'obiettivo di reprimere tutto il trading di criptovaluta con il divieto di cambio. I rischi del trading di criptovalute, essendo valute virtuali, poggia anche sul fatto che «non sono supportate dal valore reale», i loro prezzi sono facilmente manipolabili e i contratti di trading non sono protetti dalla legge cinese.