Seduta in profondo rosso per la borsa svizzera, che ha oggi subito il tracollo maggiore da inizio marzo: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 10'475,37 punti, in flessione del 2,86%, mentre il listino allargato SPI ha perso il 2,94% a 13'462,99 punti.
Keystone-SDA, hm, ats
16.06.2022, 17:51
16.06.2022, 17:55
SDA
Dopo il breve intermezzo di ieri il mercato è quindi tornato a puntare verso il basso, come aveva fatto nelle cinque sedute precedenti. A incidere in modo notevole su tutte le piazze finanziarie europee, già di per sé fragili, è stata per una volta un'istituzione squisitamente svizzera, la Banca nazionale (BNS): la decisione dell'istituto di alzare bruscamente il tasso guida (dal -0,75% al -0,25%) è risultata inattesa, soprattutto per la tempistica e per l'ampiezza del ritocco, ed è stata considerata un segnale da non sottovalutare.
L'orientamento della BNS – che ha agito prima della Banca centrale europea (Bce), portando il costo del denaro a un livello superiore a quello dell'euro, come non accadeva dagli anni 90 – ha spaventato gli investitori, perché indice di un'inflazione ormai galoppante a livello globale. Non ha quindi sorpreso la stretta monetaria operata ieri dalla Federal Reserve americana, che ha alzato i suoi tassi di 0,75 punti, implementando l'aumento maggiore dal 1994. La pressione è ora tutta sulla Bce, che ha annunciato la prima mossa per luglio.
In un clima di tensione sui titoli di stato dell'Eurozona (anche di quelli di paesi importanti come la Germania) e con la guerra in Ucraina che non trova soluzione, facendo ulteriormente temere per i rincari energetici e per le difficoltà nelle catene di approvvigionamento, molti operatori si stanno separando dalle azioni. La recessione appare alle porte e gli utili aziendali sono destinati a crollare.
Non stupisce quindi che a passare sotto le forche caudine siano stati oggi i valori particolarmente dipendenti dalla congiuntura quali Holcim (-4,02% a 44,70 franchi), ABB (-4,57% a 26,72 franchi), Sika (-4,46% a 220,40 franchi) e Geberit (-3,97% a 459,70 franchi). In picchiata sono apparsi anche Richemont (-3,81% a 97,06 franchi) e soprattutto Logitech (-5,55% a 50,06 franchi).
Le vendite hanno interessato pure i bancari UBS (-5,97% a 15,27 franchi) e Credit Suisse (-4,89% a 5,60 franchi) e non hanno risparmiato gli assicurativi Zurich (-3,24% a 412,30 franchi), Swiss Re (-4,70% a 73,74 franchi) e Swiss Life (-6,37% a 495,50 franchi). Nello stesso comparto finanziario non si è sottratto alla corrente generale Partners Group (-4,02% a 840,60 franchi).
Una certa resistenza è stata invece offerta da Nestlé (-1,17% a 106,50 franchi) e da Roche (-1,38% a 303,50 franchi), su cui ha anche inciso la notizia di uno studio clinico negativo relativo a un preparato di contro l'Alzheimer. Già più staccato si è mostrato il terzo peso massimo difensivo, Novartis (-2,28% a 79,21 franchi).
Nel mercato allargato SIG (-5,00% a 18,80 franchi) ha confermato gli obiettivi finanziari di medio termine. Ma ben più incisive sono state le perdite con cui sono stati confrontati i detentori di titoli di primo piano quali Sonova (-8,85% a 287,20 franchi), Dufry (-8,77% a 30,99 franchi) o Galenica (-7,95% a 65,40 franchi).