La borsa svizzera chiude la seduta di metà settimana in ribasso: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 11'059,49 punti, in flessione dello 0,56% rispetto a ieri, mentre il listino allargato SPI ha perso lo 0,48% a 14'262,02 punti.
hm, ats
20.07.2022, 17:47
20.07.2022, 17:48
SDA
Il mercato era partito in rialzo, con gli investitori che guardavano con favore alla prospettiva di una possibile riapertura del gasdotto Nord Stream 1, dopo le rassicurazioni del presidente russo Vladimir Putin circa gli impegni di Gazprom. Più gas significa meno inflazione, è l'equazione che veniva avanzata.
La doccia fredda – in un'Europa alle prese con il caldo torrido, che pensa tuttavia già ai prossimi rigori dell'inverno – è però giunta poco dopo mezzogiorno, quando la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha fatto presente che occorre prepararsi a una possibile interruzione totale dei flussi di gas dalla Russia.
Molti operatori finanziari hanno inoltre assunto un atteggiamento attendista in vista della riunione di domani della Banca centrale europea (Bce). A questo proposito stando ai commentatori si sta facendo strada l'idea che un rialzo dei tassi di 50 punti base, invece dei 25 segnalati finora, sarebbe maggiormente apprezzato dai mercati.
L'istituto di Francoforte è inoltre chiamato a evitare un pericoloso aumento degli spread, i differenziali di rendimento fra i buoni dei tesori degli stati forti come la Germania e quelli alle prese con un elevato debito pubblico, Italia in primis. I riflettori sono intanto puntati proprio su Roma, dove si giocano le sorti del governo guidato da Mario Draghi.
Sul fronte interno in una giornata povera di spunti per quanto riguarda i principali titoli – la musica cambierà domani – ha rimbalzato SGS (+1,73% a 2230,00 franchi), penalizzata ieri dai risultati semestrali. Hanno per contro inciso negativamente sul listino i pesi massimi difensivi Nestlé (-1,75% a 113,26 franchi), Novartis (-1,24% a 82,28 franchi) e Roche (-0,64% a 328,25 franchi).
In ordine sparso si sono mossi i valori maggiormente dipendenti dalla congiuntura come ABB (+0,74% a 27,32 franchi), Sika (+1,65% a 233,50 franchi), Holcim (-0,69% a 41,97 franchi) e Geberit (+0,93% a 489,20 franchi). Qualche vendita è stata segnalata su Richemont (-0,19% a 105,85 franchi), schizzata in avanti ieri sulla scia dei dati sulle esportazioni di orologi. Ha convinto di più – in ambito tecnologico – Logitech (+1,78% a 54,92 franchi).
Fra i bancari UBS (+0,28% a 15,85 franchi) si è fatta preferire a Credit Suisse (-0,40% a 5,47 franchi), mentre in rosso più o meno accentuato hanno chiuso gli assicurativi Swiss Life (-0,23% a 481,90 franchi), Swiss Re (-1,01% a 72,22 franchi) e Zurich (-1,13% a 411,10 franchi). Nello stesso segmento finanziario ha invece avanzato Partners Group (+2,28% a 916,40 franchi).
Nel mercato allargato sono state numerose le aziende che hanno informato sull'andamento degli affari: vanno perlomeno citate Georg Fischer (+7,54% a 55,60 franchi), Barry Callebaut (+0,29% a 2090,00 franchi), Mikron (+4,48% a 8,40 franchi) e Valora (invariata a 259,00 franchi). Sotto pressione si è trovata Lastminute.com (-10,45% a 25,70 franchi), dopo l'apertura in Ticino di indagini su controllate elvetiche per sospetta truffa nell'ambito dell'ottenimento di indennità di lavoro ridotto per il Covid.