Svizzera La borsa chiude in ribasso

hm, ats

29.11.2022 - 17:51

Sono settimane in cui l'SMI appare muoversi in modo poco chiaro.
Sono settimane in cui l'SMI appare muoversi in modo poco chiaro.
Keystone

La borsa svizzera termina anche la seconda seduta settimanale in ribasso: l'indice dei valori guida SMI ha chiuso a 11'077,81 punti, in flessione dello 0,80% rispetto a ieri, mentre il listino allargato SPI ha perso lo 0,90% a 14'133,12 punti.

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Il mercato è apparso per lunghi tratti incapace di assumere un orientamento preciso, ma nel finale di giornata ha puntato decisamente verso il basso, sulla scia anche dell'avvio negativo di Wall Street. Stando agli operatori l'aria si è fatta più rarefatta: la ripresa che ha caratterizzato il periodo da fine settembre a metà novembre sembra essere conclusa.

Con la fine della stagione dei risultati aziendali gli investitori tornano a guardare con maggiore attenzione gli indicatori macroeconomici. Non è ad esempio passato inosservato il dato sull'inflazione in Germania, che – pur rallentando – rimane a doppia cifra: +10% in novembre.

Secondo non pochi osservatori è quindi ancora troppo presto per decretare il cessato allarme e sperare quindi in una politica monetaria più accomodante da parte delle banche centrali. Qualche indicazione supplementare in materia dovrebbe giungere, domani, da un discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell.

Sul fronte congiunturale è stato pubblicato oggi il dato sul prodotto interno lordo (Pil) elvetico nel terzo trimestre: la crescita si è attestata rispettivamente al +0,2% (in confronto ad aprile-giugno) e al +0,5% (base annua). Al centro dell'attenzione figurava anche la situazione in Cina: dopo che negli giorni scorsi si sono svolte le più grandi manifestazioni degli ultimi decenni a causa delle rigide misure della politica zero Covid sono ora attesi nuovi sviluppi.

A livello di singoli titoli va segnalato l'ennesimo tonfo di Credit Suisse (-3,59% a 2,90 franchi), che dopo aver perso ieri il 9% ha sofferto pure oggi, sulla scia della vendita, da parte di molti investitori, dei diritti di sottoscrizione di nuove azioni: è stato segnato un nuovo minimo di sempre a 2,87 franchi. Assai meglio si è presentata UBS (+0,02% a 17,35 franchi).

Hanno pesato sul listino Roche (-1,01% a 309,25 franchi) – che ha rinunciato volontariamente negli Usa all'uso del suo antitumorale Tecentriq per il cancro alla vescica – e Nestlé (-1,97% a 111,26 franchi), che da parte sua teneva la giornata degli investitori, da cui non sono emerse novità eclatanti. Si è difeso meglio il terzo peso massimo difensivo, Novartis (+0,02% a 83,30 franchi),

Richemont (+2,26% a 119,95 franchi) ha approfittato della prospettiva di un allentamento delle regole anti-Covid in Cina. La stessa speranza ha sostenuto – nel mercato allargato – Swatch (+1,24% a 245,20 franchi) e Schindler (+1,30% a 170,80 franchi). Da parte sua Dottikon ES (+1,50% a 271,50 franchi) ha informato sull'andamento degli affari.