La settimana si conferma in ribasso alla borsa svizzera: nella seconda seduta l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 10'933,06 punti, in flessione dell'1,38% rispetto a ieri, mentre il listino allargato SPI ha perso l'1,30% a 14'121,92 punti.
Keystone-SDA, hm, ats
23.08.2022, 17:47
23.08.2022, 17:50
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Il mercato è tornato quindi sotto gli 11'000 punti SMI, mettendo fine, oramai senza più dubbi, a una fase rialzista che aveva portato l'indice dai 10'450 punti di metà giugno agli 11'200 dell'inizio di agosto. Gli investitori hanno a quanto sembra mostrato un eccessivo ottimismo in luglio, ha commentato un operatore in un colloquio con l'agenzia Awp.
La prospettiva di una crisi energetica in Europa e della recessione mettono chiaramente sotto pressione le imprese e i loro utili. Ulteriori indicazioni riguardo a una frenata economica nel vecchio continente nel corso dell'inverno sono arrivate oggi dagli indici dei responsabili degli acquisti, che si sono nuovamente affievoliti.
La crisi si annuncia peraltro globale, generata da un'inflazione ormai galoppante. In primissimo piano torna così la politica monetaria e gli occhi degli esperti sono già puntati verso Jackson Hole, la località dello stato americano del Wyoming dove da giovedì si terrà la tradizionale riunione dei principali banchieri centrali del pianeta. Inutile dire che il discorso più ascoltato sarà quello del presidente della Federal Reserve Jerome Powell: sussiste la possibilità che l'istituto assuma un approccio ancora più aggressivo per lottare contro il rincaro.
Sul fronte interno il titolo maggiormente tonico si è rivelato Credit Suisse (+2,44% a 5,13 franchi), che è rimasto comunque a livelli storicamente molto bassi. La giornata si è rivelata non troppo sfavorevole anche per il secondo valore bancario, UBS (-0,10% a 15,28 franchi), mentre tutti con in segno meno hanno finito gli assicurativi Swiss Life (-0,62% a 510,00 franchi), Swiss Re (-0,43% a 73,76 franchi) e Zurich (-0,75% a 425,30 franchi).
I riflettori erano pure puntati su Alcon (+0,03% a 65,90 franchi), che ha annunciato l'acquisizione dell'americana Aerie Pharmaceuticals per 770 milioni di dollari, un'operazione lodata dagli analisti; a lungo ben ispirata, l'azione è andata perdendo terreno nel finale. Sempre in ambito farmaceutico hanno penato Novartis (-2,03% a 80,20 franchi) e Roche (-2,24% a 316,75 franchi), ma c'è stata ben poca gloria anche per il terzo peso massimo difensivo, Nestlé (-1,79% a 115,14 franchi).
I timori sulla tenuta della congiuntura non hanno favorito i valori particolarmente sensibili ai cicli economici quali ABB (-0,18% a 27,48 franchi), Holcim (-1,18% a 44,42 franchi), Geberit (-1,69% a 465,80 franchi) e Sika (-1,52% a 226,50 franchi). È scivolata all'indietro, nel comparto tecnologico, Logitech (-0,63% a 50,76 franchi), mentre assai meglio si è difesa Richemont (+0,82% a 110,00 franchi).
Nel mercato allargato hanno informato sull'andamento degli affari numerose imprese: vanno citate perlomeno Flughafen Zürich (+3,30% a 166,00 franchi) Feintool (+7,80% a 22,10 franchi) e Skan (+7,47% a 54,70 franchi), che hanno pubblicato i risultati semestrali.