Dopo una giornata senza scossoni, con gli indici che hanno oscillato attorno alla linea di demarcazione, la Borsa svizzera ha terminato la settimana in negativo: in chiusura, l'indice dei titoli SMI ha ceduto lo 0,17% a 8922,49 punti.
L'indice completo SPI ha terminato a 10'434,48, in diminuzione dello 0,16%.
Hanno contribuito a limitare le perdite gli acquisti di bancari: UBS ha terminato invariata a 12,99 franchi, mentre Credit Suisse ha guadagnato l'1,06% a 12,42 franchi e Julius Bär lo 0,79% a 40,66 franchi.
Tonici i ciclici: LafargeHolcim è salita del 2,41% a 46,25 franchi. Secondo l'agenzia Bloomber, il gigante del cemento potrebbe cedere le proprie attività nelle Filippine. In spolvero anche ABB, in progressione dell'1,90% a 19,35 franchi. Lonza è progredita del 2,21% a 282,70 franchi, Sika dello 0,98% a 133,80 franchi.
Negativi gli assicurativi, con Zurich in flessione dello 0,22% a 313,10 franchi, Swiss Re dello 0,91% a 95,52 franchi e Swiss Life dell'1,76% a 412,30 franchi.
Tra i difensivi, Roche è risultata in contrazione dello 0,14% a 255,45 franchi, Novartis dello 0,93% a 85,62 franchi e Nestlé dello 0,54% a 84,28 franchi.
Osservata speciale oggi Givaudan, in forte calo (-3,71% a 2361 franchi). Il leader mondiale nel settore degli aromi e profumi ha vissuto una crescita dinamica nel 2018. Il fatturato del gruppo è aumentato del 5,6% a 5,5 miliardi di franchi, con un margine operativo lordo in crescita del 5,2% a 1,15 miliardi di franchi.
L'utile netto è tuttavia diminuito - come previsto - del 7,9% a 663 milioni. Nel complesso, la redditività è leggermente inferiore al previsto, ma il volume delle vendite è superiore. L'aumento del 5-6% dei costi delle materie prime ha pesato sui risultati 2018 di Givaudan e proseguirà nelle stesse proporzioni nel 2019.
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