Dopo il 20212023 il secondo miglior anno per i campeggi del TCS
hm, ats
18.10.2023 - 15:00
Il 2023 si appresta a diventare il secondo miglior anno di sempre per i campeggi del Touring Club Svizzero (TCS): solo il 2021 – in piena pandemia – è stato migliore dal profilo dell'affluenza.
18.10.2023, 15:00
18.10.2023, 15:08
SDA
Stando ai dati diffusi oggi nei primi nove mesi sono stati registrati 882'500 pernottamenti, il 6% rispetto allo stesso periodo del 2022, e valore sensibilmente superiore ai 595'000 degli stessi mesi del 2019 pre-Covid.
«Siamo più che soddisfatti della stagione estiva», afferma Oliver Grützner, responsabile del settore turismo e tempo libero dell'associazione, citato in un comunicato. A suo avviso le temperature torride dei paesi del Mediterraneo hanno convinto chi viaggia a preferire l'aria fresca delle montagne e particolarmente apprezzate sono state le strutture al bordo di laghi e fiumi.
Per la maggior parte dei 25 campeggi TCS la stagione finisce il 22 ottobre: sono infatti solo cinque quelli che restano aperti in inverno, vale a dire Soletta, Sion, Samedan (GR), Flims (GR) e Lugano-Muzzano. Il campeggio invernale è particolarmente apprezzato durante il periodo natalizio, «anche se è solo per i campeggiatori davvero appassionati», mette in guardia il club automobilistico.
La stagione del 2024 inizierà a Pasqua, che il prossimo anno cadrà già a fine marzo. Per il TCS si tratterà di un anno speciale: festeggerà infatti il suo 75esimo anniversario di attività nel settore.
Per gli amanti della storia sociale ed economica svizzera può essere ricordato che il TCS è nato nel 1896, ma come associazione ciclistica: solo nel 1911 fu costituita una sezione automobilistica, che presto peraltro assunse un ruolo predominante. Il primo vero e proprio club automobilistico – riferisce il Dizionario storico della Svizzera – fu in realtà l'Automobile club svizzero (ACS), fondato a Ginevra nel 1898 da membri del TCS che erano passati dalla bicicletta all'automobile. L'ACS cercò nei primi tempi di contrastare in particolare l'atteggiamento ostile alle vetture a motori radicato nelle autorità e nella popolazione.