A dirlo l'antropologa Fanny Parise«Il capitalismo eco-responsabile aumenta ulteriormente le ineguaglianze»
hm, ats
13.11.2023 - 12:01
Le classi dominanti stanno imponendo un capitalismo eco-responsabile che aumenterà ulteriormente le ineguaglianze sociali e quindi anche ambientali: è la tesi dell'antropologa Fanny Parise.
Keystone-SDA, hm, ats
13.11.2023, 12:01
13.11.2023, 12:10
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«C'è un divario ecologico tra le classi sociali», afferma la ricercatrice attiva all'Università di Losanna (UNIL) in un'intervista pubblicata oggi da Le Courrier. «Da un lato, coloro che si trovano in situazioni precarie hanno scarso margine di manovra e sono più direttamente colpiti dalle scelte socio-ecologiche delle classi superiori», argomenta. «Se da un lato queste ultime hanno più da perdere dal nostro attuale stile di vita, dall'altro impongono una visione di standard eco-responsabili che proteggono i loro interessi. Ciò solleva la questione di una transizione socialmente giusta, per non ricostruire un mondo come il nostro ma peggiore».
«Le classi medie ed elevate in Occidente stanno elaborando nuove norme di consumo e promuovendo un capitalismo responsabile», prosegue la studiosa francese. «Il primo nucleo, che io chiamo élite mediatico-creativa, ha un potere inversamente proporzionale ai suoi numeri: sono gli osservatori che modellano lo spirito del tempo in modo da mantenere la loro posizione sociale. Impongono ciò che è legittimamente eco-responsabile in modo borghese. Sotto di loro si trovano i cosiddetti 'bambini viziati' delle classi medie, che applicano il mito del capitalismo responsabile promosso dall'élite mediatico-creativa e per i quali la transizione eco-sociale fa rima con un cambio di strategia di consumo».
«Questi cambiamenti sono reali su scala individuale, ma non a livello strutturale», sostiene l'intervistata. «Eppure sono essi che democratizzano e diffondono gli standard nei confronti dei quali il resto della società può trovarsi in contrapposizione. Esiste un divario culturale e sociale in termini di capacità e aspettative di consumo, perché le classi più basse sono sottoposte a forti vincoli di bilancio. È l'imposizione dell'eco-responsabilità che riproduce una cultura dominante e che amplierà ulteriormente le disuguaglianze sociali, e quindi ecologiche. Si perpetua il divario di classe».
Parise avanza l'esempio della democratizzazione degli abiti di seconda mano. «Ben venga, ma non è la stessa cosa se si va in un negozio di seconda mano perché si è in una situazione di precarietà o per preoccupazioni socio-ecologiche, partecipando allo stesso tempo all'iperconsumo, e a volte reindirizzando questi capi cool su siti come Vinted, aumentandone il prezzo e rendendoli inaccessibili ai più precari».
La tesi dell'antropologa – autrice di «Les Enfants gâtés» (2022) e di «No Carbon» (2023), non tradotti in italiano – è quindi che le classi superiori si concentrano sulla parte individuale della trasformazione ecologica e questo appare loro come un'evoluzione positiva, senza però che lo sia in realtà in un senso più ampio. «Di fatto, eludono la questione dei cambiamenti necessari riproducendo le norme attuali».
«Bisogna dire loro: il consumo capitalista eco-responsabile non esiste, è una truffa!», afferma Parise, che stasera su questi temi terrà una conferenza a Losanna. «Nelle classi lavoratrici, quelle che si limitano in termini di beni e servizi a causa dei vincoli di bilancio, questa promozione della sobrietà – o dell'eco-responsabilità – è percepita molto male. Non possiamo uscire da questo conflitto di classe sulla questione ecologica senza cambiare il sistema economico».
L'intervista appare anche intrecciarsi con la stretta attualità: il quotidiano ginevrino – di tendenza di sinistra e indipendente dai due principali gruppi mediatici, Tamedia e Ringier – pubblica infatti il colloquio all'indomani della sconfitta della Verde ginevrina Lisa Mazzone, che ieri non è stata confermata al Consiglio degli stati, camera di cui era vice-presidente e che avrebbe dovuto in seguito presiedere. Ad accompagnare il socialista Carlo Sommaruga (riconfermato) sarà infatti l'ex consigliere di stato Mauro Poggia del Mouvement citoyens genevois (MCG). «Il signor Affitti e il signor Premi a Berna», titola Le Courrier facendo riferimento all'impegno dei due eletti rispettivamente sul fronte della difesa degli inquilini e della lotta all'esplosione dei costi dell'assicurazione malattia.