Furti al supermercatoCasse self-service paradiso per taccheggiatori sempre più numerosi?
hm, ats
16.5.2024 - 17:01
Le casse self-service ai supermercati sembrano essere un paradiso per i taccheggiatori.
hm, ats
16.05.2024, 17:01
16.05.2024, 17:53
SDA
Sebbene neghino un aumento dei furti dopo l'introduzione di questa modalità di pagamento i principali dettaglianti non possono nascondere che le loro misure di sicurezza sono state intensificate, scrive oggi La Liberté.
Un approccio che, secondo il giornale, riflette la loro preoccupazione di fronte alla banalizzazione di un tipo di furto che non appare raro.
Dall'arrivo nei supermercati elvetici, oltre dieci anni or sono, i dispositivi in questione hanno rivoluzionato l'esperienza di acquisto, promettendo di far risparmiare tempo e di migliorare l'efficienza, ricorda il quotidiano.
Ma dietro all'apparenza idilliaca si nasconde la realtà di chi non scansiona i gli articoli che compra. Magari anche perché ritiene che i prezzi di vendita siano troppo elevati.
Secondo le statistiche di polizia nel 2022 sono stati registrati 19'871 episodi di taccheggio in tutto il paese, con un aumento del 20% rispetto all'anno precedente.
I dati non sono forniti ma la tendenza è in aumento
Non esistano cifre specifiche sui furti alle casse automatiche e i rivenditori si rifiutino di divulgare tali dati: uno studio internazionale suggerisce però che le casse self-service siano effettivamente un terreno fertile per questo tipo di reato.
Il gruppo ECR Retail Loss ha valutato l'impatto dei sistemi di cassa automatica nel commercio al dettaglio: si parla di mancata scansione, di scansione parziale o di rietichettare la merce, modificando quindi il codice a barre.
Le perdite finanziarie generate da questi trucchi possono essere significative e due terzi degli operatori intervistati ritengono che il problema delle perdite legate ai sistemi di self-checkout sia in aumento.
I grandi distributori in Svizzera dicono il contrario
Stando a La Liberté i rivenditori svizzeri, invece, sembrano chiudere un occhio, o perlomeno tacere, su questa tendenza.
Interpellati dalla testata friburghese, Coop, Migros, Manor e Aldi hanno dato risposte in contrasto con le statistiche citate: le catene preferiscono sottolineare i vantaggi del self-checkout e lodare l'onestà dei loro clienti.
«Il tasso di furti è costante da molti anni e non è aumentato negli ultimi mesi: Migros basa il suo lavoro su un principio di fiducia nei confronti dei suoi clienti, che per oltre il 99,9% sono onesti e pagano la loro spesa», afferma un portavoce della cooperativa in dichiarazioni raccolte dal foglio romando.
«Nessun motivo di preoccupazione al momento»
Solo Lidl ammette che una crescita c'è stata. «Abbiamo notato un leggero aumento dei furti negli ultimi tempi», fa sapere l'impresa a La Liberté.
Il discount aggiunge però di non vedere «alcun motivo di preoccupazione al momento». Intanto però a Friburgo i consumatori hanno notato la recente presenza di una guardia di sicurezza nella filiale Lidl vicino alla stazione.
Anche in altri negozi si stanno intensificando le misure di contrasto: videosorveglianza, controllo da parte dei dipendenti o di agenti, detective in negozio, controlli a campione, barriere che richiedono lo scontrino. Viene insomma fatto di tutto per scoraggiare i ladri.
All'estero c'è chi torna indietro, e in Svizzer?
Altrove le misure sono più radicali: alcune catene americane e inglesi, come Walmart, Target, Booths e Tiger, hanno deciso di limitare l'uso delle casse automatiche alle piccole sporte contenenti una decina di articoli, o addirittura di abbandonare del tutto le casse automatiche per tornare a quelle tradizionali, con i loro nastri trasportatori.
Per quanto riguarda la Svizzera non si tratta invece di tornare indietro: un acquisto su tre viene effettuato tramite le nuove modalità, indica al giornale un addetto stampa di Coop. «In futuro continueremo a puntare sul self-checkout», assicura.
È un fenomeno diffuso?
Secondo i giornalisti di La Liberté a dimostrazione del fatto che il taccheggio alle casse automatiche non rappresenta un fenomeno isolato, bensì una tendenza diffusa, trovare testimonianze non è difficile.
Lungi dall'essere criminali navigati, gli autori di questi furti sono molto spesso persone comuni, il cui primo reato coincide proprio con l'installazione delle casse self-service.
L'esempio di Jocelyne, che non ha sensi di colpa
Il quotidiano fa ad esempio parlare, in modo anonimo, una giovane friburghese a cui è stato affibbiato il nome Jocelyne.
«Non rubavo prima che esistessero queste casse. È stato quando ho scoperto che gli altri non scansionavano tutti i loro acquisti che ho iniziato a fare lo stesso. A poco a poco, diventa un'abitudine e si va sempre più lontano. A volte non pago quasi nulla e mi sento a disagio, ma la volta successiva lo faccio di nuovo».
Formaggio, lamponi, carne e prodotti di marca: Jocelyne ruba ciò che considera troppo costoso. «Questo mi fa risparmiare un bel po' di soldi», afferma.
La giovane spiega di non provare alcun rimorso nel commettere furti ai grandi magazzini che «si riempiono le tasche». «D'altra parte, non ruberei mai a una signora al mercato!».
Secondo La Liberté la mancanza di interazione con il personale e la sensazione di anonimato potrebbero rendere più facile rubare alla cassa automatica, favorendo la trasformazione del cliente medio in un ladruncolo.