Svizzera Nei centri fitness il 18% in meno d'iscritti a causa del Covid

om, ats

6.9.2022 - 16:55

Le restrizioni legate alla pandemia di Covid hanno pesato molto sui centri fitness elvetici: tra la fine del 2019 e la fine dell'anno scorso il numero degli operatori e fornitori è sceso del 6% a 1'300 circa, mentre i membri sono diminuiti del 18% (foto d'archivio).
Le restrizioni legate alla pandemia di Covid hanno pesato molto sui centri fitness elvetici: tra la fine del 2019 e la fine dell'anno scorso il numero degli operatori e fornitori è sceso del 6% a 1'300 circa, mentre i membri sono diminuiti del 18% (foto d'archivio).
KEYSTONE/Ennio Leanza

Le restrizioni legate alla pandemia di Covid hanno pesato molto sui centri fitness elvetici: tra la fine del 2019 e la fine dell'anno scorso il numero degli operatori e fornitori è sceso del 6% a 1'300 circa, mentre i membri sono diminuiti del 18%.

Keystone-SDA, om, ats

La contrazione del numero di offerenti è stata più marcata per i fornitori di corsi e metodi individuali come pilates, yoga e aerobica (-6,8% a 751), scrive Swiss Active – Comunità d'interessi Fitness Svizzera in una nota odierna basandosi su uno studio. Il numero delle piccole palestre è calato del 4,2% e quello dei centri parte di una catena dell'1% a 432.

Per quanto riguarda gli iscritti, con un -15,7% tra fine 2020 e fine 2021 sono i piccoli centri indipendenti ad aver sofferto di più durante la crisi. Ma anche le catene, così come i fornitori di corsi e metodi, hanno perso molta popolarità con quasi il -12% ciascuno. Stando all'associazione di categoria, alla fine dell'anno scorso l'11,9% della popolazione svizzera era membro di un fornitore del settore del fitness.

Dall'inizio 2022 si osserva una ripresa

Nel primo trimestre 2022 è stata osservata una ripresa: il numero degli iscritti è salito del 2,2%. I più colpiti durante la crisi – i piccoli centri indipendenti – sembrano ora beneficiare maggiormente dell'inversione di tendenza: le adesioni sono aumentate del 6,3% nel corso di tre mesi. Anche le catene hanno beneficiato sopra la media con un +3,8%, mentre i fornitori di corsi e metodi con un +0,7% non segnalano una vera ripresa.

Secondo l'inchiesta condotta tra marzo e maggio, il 30% dei fornitori ha valutato la propria situazione economica come «piuttosto cattiva». Il 60% l'ha definita «buona» o «piuttosto buona». L'86,7% degli interrogati era del parere che la propria situazione economica sarebbe migliorata nei 12 mesi seguenti.

Nel complesso il settore ha guadagnato il 18,9% in meno nel 2020 (dopo un inizio positivo nel primo trimestre) e nel 2021 è stato registrato un ulteriore calo dell'8,8%.