CommercioLa Cina sospende il «dialogo economico» con l'Australia
SDA
6.5.2021 - 08:05
La Cina ha sospeso «a tempo indeterminato» tutte le attività con l'Australia nell'ambito del meccanismo di «dialogo economico», inasprendo la crisi bilaterale.
Keystone-SDA
06.05.2021, 08:05
06.05.2021, 08:19
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La National Development and Reform Commission, principale pianificatore economico di Pechino, ha detto che la mossa è stata presa «in base all'attuale atteggiamento» di Canberra, con alcuni suoi funzionari responsabili di «discriminazione ideologica».
L'Australia ha cancellato due memorandum dello Stato di Victoria sulla Belt and Road e valuta di annullare l'accordo che affida il porto di Darwin a una società cinese. Dopo l'annuncio, Il dollaro australiano ha perso lo 0,6%.
Le relazioni bilaterali sono precipitate dopo che l'Australia ha chiesto un'indagine indipendente sulle origini della pandemia di coronavirus e vietato al colosso delle telecomunicazioni Huawei l'accesso per la costruzione della rete 5G.
La Cina, il principale partner commerciale australiano, ha già imposto dazi a più di una dozzina di settori chiave, colpendo vino, orzo e carbone.
L' accordo sospeso oggi in via indeterminata era stato promosso per stimolare il commercio tra le due parti e introdurre i grandi investitori cinesi in Australia. Il primo incontro del 2014 era stato definito da Canberra come un'opportunità per «legami economici più stretti».
Ad aprile, il governo conservatore del premier Scott Morrison ha annullato i memorandum Belt and Road siglati tra Pechino e lo stato di Victoria per motivi legati alla sicurezza nazionale, creando la rabbiosa reazione cinese secondo cui ci sarebbe stato un «grave danno» alle relazioni.
In settimana, l'Australia ha messo in discussione il controverso contratto di locazione di 99 anni di una società cinese sul porto di Darwin, il porto più importante della costa settentrionale, il più vicino all'Asia e una base per i marines Usa.
Il ministro della Difesa, Peter Dutton, ha detto al Sydney Morning Herald che al suo dipartimento è stato chiesto di «rivedere con qualche consiglio» l'accordo del 2015, non escludendo l'ipotesi sull'obbligo di disimpegno a carico della società cinese Landbridge a disinvestire per motivi di sicurezza nazionale.
L' accordo, mediato dalle autorità locali del Northern Territory australiano, aveva sollevato da subito serie preoccupazioni a Canberra e a Washington