Settore terziario Commercio al dettaglio: crollo del 20% in aprile

ATS

2.6.2020 - 10:00

Un negozio chiuso a Bellinzona a causa delle misure di contenimento dell'epidemia di Covid-19.
Un negozio chiuso a Bellinzona a causa delle misure di contenimento dell'epidemia di Covid-19.
Source: Keystone/KEYSTONE/TI-PRESS/ALESSANDRO CRINARI

In aprile il giro d'affari del commercio al dettaglio corretto in base all'effetto dei giorni di vendita e dei giorni festivi è diminuito in termini nominali del 20,6% rispetto allo stesso mese del 2019. Ma anche rispetto a marzo risulta un forte calo.

Ciò evidentemente a causa delle misure di contenimento dell'epidemia di Covid-19, che hanno comportato la chiusura di tutti i negozi non essenziali. In termini reali – ossia tenendo conto del rincaro – la contrazione annuale è del 19,9%, secondo i risultati provvisori pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Il mese scorso il commercio al dettaglio, distributori di benzina esclusi, ha registrato una riduzione delle vendite pari al 19,5% in termini nominali (-19,0% in termini reali). Per quanto riguarda le stazioni di servizio, invece, si rilevano perdite di fatturato pari al 33,8% (-24,1% tenendo conto dell'inflazione).

Il commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacchi ha segnato un aumento del giro d'affari del 4,0% in termini nominali (in termini reali +3,5%), il comparto non alimentare un calo di rispettivamente il 41,0 e il -40,2%.

I rami maggiormente colpiti dalla crisi sono stati «altri prodotti», ovvero articoli di abbigliamento, medicinali, orologi e articoli di gioielleria (-55,8%/-55,5%) e «altri oggetti di uso domestico in esercizi specializzati» (-45,9%/-44,9%).

Sono invece stati registrati incrementi delle vendite nei rami «bancarelle del mercato, commercio per corrispondenza e attraverso Internet» (+22,2%/+23,0%) e «apparecchiature di informazione e comunicazione» (+3,9%/+12,1%).

Forti diminuzioni anche rispetto a marzo

Rispetto a marzo la flessione del giro d'affari è del 14,8% in termini nominali e del 14,7% in termini reali. Distributori di benzina esclusi, la riduzione è del 14,9% senza considerare il rincaro e del 14,8% tenendone invece conto.

Nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacchi il fatturato è regredito del 4,5% in termini nominali e del 5,0% in termini reali mentre nel comparto non alimentare la diminuzione è stata rispettivamente del 28,0 e del 27,6%.

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